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Messina, rissa al Centro d'accoglienza S. Antonio: arrestati 7 minori tunisini per rapina

La polizia ha chiuso il cerchio delle indagini sugli scontri al plesso per i migranti

I concitati momenti successivi alla rissa. A terra il giovane bengalese
I concitati momenti successivi alla rissa. A terra il giovane bengalese

È stata fatta definitivamente luce sulla rissa avvenuta il 12 gennaio all’interno del centro d’accoglienza di Sant’Antonio. I poliziotti di Volanti e Squadra Mobile, coadiuvati da quelli del commissariato di Taormina e delle Squadre Mobili di Enna e Roma, hanno arrestato sei minori, ed un settimo risulta irreperibile. La misura cautelare è stata emessa dal Tribunale per i Minorenni di Messina, al termine delle indagini scattate dopo la scazzottata avvenuta fra un gruppo di tunisini e bengalesi nel cortile del Centro di accoglienza straordinaria di via Ghibellina. Il bilancio fu di tre feriti.
I sette sono tutti, a vario titolo, ritenuti responsabili dei reati di furto aggravato, rapina aggravata, violenza privata e lesioni personali, perpetrati in un lasso di tempo che va dal dicembre 2020 allo scorso gennaio.

Quanto appurato dagli operatori della Polizia di Stato, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, ha permesso di ricostruire i singoli episodi che vedono protagonisti i sette cittadini di nazionalità tunisina.
Nello specifico, si tratta di due rapine, una tentata, l’altra consumata, ai danni di altri ospiti della struttura socio educativa e di una vera e propria aggressione nei confronti di chi, all’interno della medesima struttura, voleva denunciare i responsabili.

A tutto questo va aggiunto che i destinatari della misura cautelare, durante i trasferimenti nelle altre strutture, resisi necessari dopo quella rissa di gennaio, hanno dato vita a vive forme di protesta, violente e convulse e a tentativi di fuga, nonché ad atti di autolesionismo.
Sei dei sette destinatari di misura cautelare sono stati trasferiti presso gli istituti di custodia per minorenni competenti per territorio. Si trovano a Caltanissetta, a Catania e Roma.
Il settimo, risulta allo stato irreperibile, essendo fuggito lo scorso 11 febbraio dalla struttura di accoglienza dove era stato ricollocato. È adesso è attivamente ricercato.

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