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Mafia, la denuncia di Salvatore Borsellino: "Il reato di Cattafi potrebbe essere prescritto"

«Sembrerà impossibile da credere ma da domani i cittadini italiani rischiano di vedere una persona con il "pedigree" di Rosario Cattafi uscire indenne da un processo per mafia per intervenuta prescrizione». Salvatore Borsellino, attivista e fondatore del comitato 19 luglio '92, torna sul suo blog del «Fatto Quotidiano» su una vicenda processuale che già due mesi fa aveva definito «indecente per uno Stato di diritto».

L’1 marzo 2017 la Cassazione giudicò Cattafi partecipe all’associazione mafiosa della cosca di Barcellona Pozzo di Gotto fino al 1993, rinviando alla Corte d’Appello di Reggio Calabria il giudizio per gli anni compresi tra il 1993 e il 2000. «Oggi - scrive il fratello del magistrato ucciso da Cosa nostra - il reato di associazione mafiosa a carico di Rosario Cattafi, già pluripregiudicato (per i reati di lesioni, porto e detenzione abusivi di arma da fuoco e per calunnia) e plurindagato per altri innumerevoli reati (come sequestro di persona, omicidio, traffico di stupefacenti, traffico internazionale di armamenti, strage, associazione con finalità di terrorismo o di eversione - indagini da cui Cattafi è sempre uscito indenne, o perchè archiviate, o perchè prosciolto o assolto), potrebbe essere prescritto».

Perchè? Perchè «la Corte di Appello di Reggio Calabria ha impiegato più di due anni per fissare la prima udienza del processo, nonostante il reato (di associazione mafiosa!) fosse a rischio di prescrizione. Ma, come se non bastasse, i ritardi sono proseguiti: la prima udienza, che si sarebbe dovuta tenere il 17 aprile 2019, fu rinviata di sei mesi per un difetto di notifica ad un difensore di Cattafi, poi di altri tre mesi e poi nuovamente di tre mesi, in entrambi i casi per ulteriori difetti di notifica, questa volta alle parti civili. Dopo la sospensione dei processi a causa della pandemia di Covid-19, l’udienza, fissata per il 4 novembre 2020, ancora una volta non si è tenuta a causa dell’assenza di un giudice. Quindi l’ulteriore rinvio al 20 gennaio 2021, quando la Corte d’Appello ha rinviato la sentenza ad oggi, 31 marzo 2021. Sono passati esattamente quattro anni e 30 giorni da quando la Cassazione ha rinviato il giudizio per Rosario Cattafi».

«Il procuratore generale di Reggio Calabria, Giuseppe Adornato - continua Borsellino - ha chiesto alla Corte di appello di far decadere il reato di associazione mafiosa per intervenuta prescrizione. Se la prescrizione fosse confermata dalla Corte, cadrebbe anche il cosiddetto 'giudicato internò della Cassazione, che lo aveva riconosciuto intraneo all’associazione mafiosa fino al 1993». Da qui «l'auspicio che la Corte di Appello di Reggio Calabria rigetti la richiesta della procura generale e decida di riaprire il dibattimento per accertare la continuata intraneità all’associazione mafiosa di Rosario Pio Cattafi fino al 2000, anche alla luce delle nuove prove (emerse dopo la sentenza di secondo grado) portate all’attenzione dei giudici»

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