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Messina, muore dopo l’intervento chirurgico. Indagati due medici

Inchiesta della Procura sul decesso del trentaseienne Fabio Di Stefano, al Policlinico universitario “Gaetano Martino”

Il Policlinico di Messina

Sul tavolo del sostituto procuratore Marco Accolla c'è un fascicolo relativo a una morte in corsia. La vittima è il trentaseienne messinese Fabio Di Stefano, il cui cuore ha cessato di battere al Policlinico universitario “Gaetano Martino”. Tocca alla magistratura, dopo la denuncia dei familiari, stabilire se si sia trattato di un caso di malasanità o di un fatto inevitabile. Intanto, come atto dovuto, risultano iscritti nel registro degli indagati due medici in servizio nell’Azienda ospedaliera di Gazzi, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. E passaggi doverosi dell’inchiesta sono stati l’autopsia, eseguita l’1 marzo scorso, e il sequestro delle cartelle cliniche. Parte offesa la moglie del paziente deceduto, difesa dagli avvocati Giuseppe Trischitta e Roberta Mauro, mentre gli indagati sono assistiti dagli avvocati Alessandra Aragona e Tommaso Calderone.

Materializzatasi la tragedia, dopo un calvario di poco meno di un mese, è la congiunta a presentarsi dai carabinieri della Stazione di Gazzi e denunciare l’accaduto. Racconta che Fabio Di Stefano viene ricoverato per diverticoli al colon, nella tarda serata del 24 gennaio scorso, in seguito a fortissimi dolori al fianco. Con un’ambulanza viene accompagnato di gran corsa al Policlinico. Qui, il personale sanitario dell’Unità operativa complessa di Chirurgia d’urgenza decide di sottoporlo immediatamente a Tac e diagnostica al 36enne la formazione di diverticoli al colon. Ragion per cui si rende necessario il ricovero e la programmazione di un intervento in laparoscopia per il 12 febbraio. Ma due notti prima, le condizioni di salute dell’uomo si aggravano improvvisamente. Dopo una nuova Tac, richiesta proprio perché il paziente lamenta fortissimi dolori, i medici decidono di anticipare l’intervento chirurgico all’11 febbraio. Così, intorno alle 12.30, il paziente trentaseienne entra in sala operatoria, ma dopo diverse ore è il medico a comunicare ai familiari la brutta notizia di non aver potuto eseguire l’intervento in laparoscopia, perché l’uomo era entrato in shock settico acuto. Una complicanza in conseguenza della quale Fabio Di Stefano viene intubato e trasferito nell’Unità di Terapia intensiva, dove entra in coma farmacologico. In questo reparto rimarrà fino alla notte del 21 febbraio quando, alle 2.10, i sanitari informano la famiglia che il paziente ha esalato l’ultimo respiro a causa di un arresto cardiocircolatorio.

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