File lunghe. Anzi, no. Lunghissime. Il bilancio della seconda giornata di attività dell’hub in Fiera dopo la “riabilitazione” di AstraZeneca non può non partire che dalle immagini di centinaia di persone in coda dentro e fuori la cittadella. Pioveva ieri. E a poco sono serviti i gazebo montati venerdì in fretta e furia dalla Protezione Civile regionale, o la tenda approntata ieri dalla Croce Rossa. Con tutto quell’afflusso (in parte non legittimato, ma comunque prevedibile) le code si formano per dare un ordine di arrivo e di prenotazione a tutta questa gente che finché non ha il suo numerino tagliacoda, sotto la tenda non ci va. E a rendere ancora meno tollerabile la situazione c’è il fatto che in questi giorni a vaccinarsi sono o persone estremamente fragili, quindi con gravi malattie, o cittadini che hanno dai 70 ai 79 anni. Insomma persone da coccolare non da lasciare in coda per ore. Ma perché accade tutto questo? La spiegazione è la somma di una serie di circostanze. Molti cittadini arrivano in Fiera con ampio anticipo rispetto all’appuntamento che si è ricevuto dalla piattaforma digitale. All’ingresso pedonale ieri mattina alle 9 si è presentata gente a cui era stato dato appuntamento alle 11. Una parte importante dell’intasamento dipende da questo sommarsi di flussi orari. Poi ci sono gli accompagnatori delle persone anziane o fragili che, giustamente, non possono lasciare soli i congiunti e che quasi raddoppiano le presenze all’esterno. E infine c’è un limite strutturale e organizzativo. L’area della Fiera non ha una zona d’attesa adeguata ai numeri che la struttura interna può sviluppare in termini di vaccinazioni giornaliere. I gazebo, le tende o i tunnel retrattili sono palliativi. Serve una struttura ampia, comoda e collegata con il front office dei padiglioni per poter attendere a distanza il proprio turno senza accalcarsi vicino agli ingressi per non perdere il momento in cui l’addetto urla (nemmeno in salumeria) il numero successivo. E infine c’è un problema di filtro. Agli ingressi, quello pedonale e quello carrabile, manca chi, con continuità, freddezza e competenza smisti la massa di gente che si presenta dividendola fra i due padiglioni, facendola attendere se non fosse il suo turno o, un domani, dando loro indicazioni per raggiungere un info point esterno che ancora non è stato realizzato. Lo splendido e rapido lavoro effettuato in 10 giorni dalla Protezione civile regionale per l’allestimento dei due padiglioni, deve essere completato con la fase di attesa, perché quello che si è visto ieri può mettere a serio rischio l’ordine pubblico, per non parlare dei pericoli di d’assembramento che sono scontati. E intanto la Regione ha varato il “vax weekend”. Per questo fine settimana è stata realizzata in tutta l’Isola una sessione aggiuntiva per far anticipare la vaccinazione con AstraZeneca, a chi è già prenotato in altre date. Possono aderire a questa iniziativa solo coloro che fanno parte delle categorie attive in questo momento: docenti, forze dell’ordine e chi ha fra i 70 e i 79 anni (anche se non fossero già prenotati possono chiedere il vaccino), ovviamente senza patologie che impongano l’uso di Pfizer o Moderna.
I numeri di ieri
A Messina, tuttavia, ieri “solo” 156 persone si sono presentate e hanno deciso di aderire. Tutti nelle prime due ore. Nessuno fra le 20 e 22. Oggi si ripete sempre fra le 18 e le 22. Infine i numeri di giornata. La paura di AstraZeneca sembra già svanita. Su 411 prenotati in agenda, si sono presentati in 395 (16 sole rinunce). 535 i “Pfizer” somministrati. Se si aggiungono i 156 dell’appendice serale si arriva a quota 1086.