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Remuzzi: "I vaccini evitano morti, eventi avversi statisticamente rari: in Italia 3 su 2 milioni"

Dal vaccino AstraZeneca, come da tutti gli altri vaccini anti Covid-19, derivano «benefici enormi» in quanto «tutti permettono di evitare le forme più gravi della malattia e di evitare così tante morti": per Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto farmacologico "Mario Negri", è questo il messaggio più importante da dare in questo momento. Certamente, osserva, bisogna considerare che «la medicina non è fatta di certezze, ma di gradi di probabilità» ed è quindi importante considerare la presenza dei rarissimi eventi che secondo l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) meritano un approfondimento.

«Si tratta di episodi estremamente rari e che arriveremo a capire», dice a proposito delle trombosi cerebrali osservate finora in sei Paesi: in Germania i casi sono stati 7 su 1,6 milioni di vaccinati, in Italia 3 su 2 milioni, in Norvegia 2 su 0,12 milioni, in Spagna 1 si 2 milioni, in Gran Bretagna 3 su 11 milioni e in India 2 su 4 milioni. Più in generale, prosegue Remuzzi, si può invece affermare che «il vaccino AstraZeneca e tutti i vaccini anti Covid-19 sono efficaci nel prevenire la forma grande della malattia con un’efficacia altissima» e che «non sono associati in generale a eventi tromboembolici» in quanto tutti gli eventi di questo tipo osservati da quando sono iniziate le campagne di vaccinazione non sono superiori a quelli attesi nelle persone non vaccinate nello stesso periodo di tempo».

Di conseguenza, osserva, «il vaccino non è associato all’aumento di episodi tromboembolici». Non c'è alcun legame nemmeno riguardo alle morti avvenute in un periodo vicino alla vaccinazione, come dimostra anche la Yellow Card britannica, ossia il servizio di segnalazione degli eventi avversi dei farmaci dell’agenzia regolatoria britannica (Mhra). Si è calcolato, inoltre, che il rischio di morire intorno alla vaccinazione è dello 0,0065 nel caso del vaccino Pfizer/BioNTech e dello 0;004 per AstraZeneca. «Sappiamo inoltre - prosegue Remuzzi - quali siano i costi della pandemia di Covid-19 in termini di vite umane: basterebbe pensare al numero dei decessi per capire che i vantaggi della vaccinazione sono fuori discussione». Non si può comunque ignorare il fatto che, come rilevato dall’Ema, il vaccino AstraZeneca sia associato a casi rarissimi di trombosi cerebrale, soprattutto nelle donne fra 20 e 55 anni: "in questi casi il numero degli eventi eccede quelli attesi in quella popolazione delle donne di questa classe d’età e di conseguenza non si può escludere un rapporto con la vaccinazione. E' un problema da studiare, così come l'associazione con l’uso della pillola anticoncezionale». Una delle vie da esplorare potrebbe essere quella dei fattori genetici, «ma al momento questa non è che un’ipotesi». In attesa delle risposte, secondo Remuzzi, il consiglio per chi si riconosce in una categoria a rischio è «rivolgersi al proprio medico, l’unico in grado di valutare le persone nella loro complessità clinica e di accompagnarle alla vaccinazione».

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