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Messina, nessuno ha nostalgia di guerre sulla Falce

Il prossimo 19 marzo si decide definitivamente sul vecchio contenzioso tra Autorità di sistema dello Stretto e il “defunto” Ente Porto

«Nessuna polemica con il Comune di Messina. Dagli incontri che ho avuto con il sindaco De Luca e con l’assessora Musolino, abbiamo sempre convenuto sulla necessità di accelerare il più possibile gli interventi di risanamento e riqualificazione della Zona falcata. Poi, le iniziative in altre sedi fanno il loro corso, noi siamo convinti delle nostre ragioni, la titolarità delle aree ci è stata riconosciuta da un Tribunale». Il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto Mario Paolo Mega non intende, in alcun modo, gettare benzina sul fuoco. La notizia della dichiarazione di volontà, da parte dell’Amministrazione comunale, di revocare il precedente atto di rinuncia dell’Ente autonomo regionale portuale al ricorso in appello, potrebbe dar vita ad una serie di conseguenze che rischiano di complicare, se non di paralizzare nuovamente, le procedure di bonifica e, poi, di valorizzazione della Falce. Ma l’Authority osserva la vicenda con «distaccato ottimismo», «perché nessuno vuol fare la guerra a nessuno – sottolinea Mega – e in ogni caso per il nostro Ufficio legislativo e legale, il ricorso del Comune è decisamente fuori tempo massimo. Aspettiamo la sentenza d’appello ma intanto non ci fermiamo, stiamo andando avanti con la gara d’appalto per il piano di caratterizzazioni che ci consente di stabilire quante risorse ci vorranno per bonificare le aree». Rivendicare un ruolo da protagonista nelle scelte attuali e future relative alla Falce è un diritto-dovere del sindaco e della sua Giunta, attenti, però, a non riesumare un cadavere della cui dipartita nessuno sente nostalgia. L’Ente Porto, che avrebbe dovuto realizzare negli anni Cinquanta del Novecento (era preistorica...), il Punto Franco, non lo ha mai fatto – e dal 1953 al 1994 avrebbe potuto farlo perché non esistevano allora le Autorità portuali – e si è trasformato in uno dei quei carrozzoni per cui la Regione siciliana è famosa in tutto il mondo, addirittura fu l’unico Ente in Italia che aveva 20 consiglieri di amministrazione e una sola dipendente. Poi, finalmente, dopo decenni di contenziosi, di decisioni e di ripensamenti, la stessa Regione ha avviato le procedura di scioglimento con la nomina di un commissario liquidatore.

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