In alcuni paesi della provincia sono già all’opera e presto lo saranno anche in città. Sono i percettori di reddito di cittadinanza che nei prossimi giorni saranno schierati dal Comune per iniziare il loro piano utile alla collettività, il PUC. In base ad un decreto ministeriale oramai di oltre un anno fa, coloro i quali percepiscono il reddito di cittadinanza, con esclusione di chi non sia nelle condizioni fisiche di farlo, dovrà dare la propria disponibilità, per almeno 8 ore settimanali (possono diventare 16 ma comunque il minimo è di 32 al mese), nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale che ha sottoscritto per ricevere il “reddito”, a svolgere attività non retribuite in svariati ambiti. Ad organizzare queste attività sono, in primis, i Centri per l’Impiego e i comuni di residenza che devono realizzare dei progetti che coinvolgano i percettori del reddito, o comunque uno dei membri del nucleo familiare. La ratio è quella per la quale, in attesa di un impiego, piuttosto che rimanere in casa a non far nulla, chi ottiene questo sussidio “restituisce” alla comunità dei servizi. Palazzo Zanca si dice pronto a partire il 15 marzo con le prime convocazioni e anche il Centro per l’Impiego ha mosso le sue pedine.
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