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Droni e satelliti per tutelare anche le micro spiagge di Messina

Sono 132 pocket beaches distribuite tra la Sicilia e Malta, raggruppate all’interno di un Sistema Informativo Territoriale

Anche le pocket beach, le piccolissime spiagge che affollano le coste del Mediterraneo possono essere oggetto di tutela. A farsene carico il progetto BESS (Pocket Beach Management & Remote Surveillance System) finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’Unione Europea nell’ambito del «Programma Operativo Italia - Malta 2014-2020» che si è appena concluso. BESS, coordinato da professor Giovanni Randazzo del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT) dell’Università degli Studi di Messina (UniME), è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Palermo (PA-INGV), con il Dipartimento di Scienze della Terra (DiSTeM) dell’Università degli Studi di Palermo (UniPA), con il Ministero di Gozo (Malta) e con l’Euro-Mediterranean Centre on Insular Coastal Dynamics (ICoD) dell’Università di Malta.

«L'obiettivo del progetto era realizzare un sistema di gestione e controllo dell’erosione delle 'pocket beaches', micro-spiagge delimitate da promontori che sopravvivono grazie a un delicato equilibrio tra l’erosione prodotta dal moto delle onde e gli apporti di sedimenti dall’entroterra», spiega Francesco Italiano, Direttore della Sezione di Palermo dell’INGV. «La gestione di questi ecosistemi sarà possibile grazie a un modello integrato di rete multi-parametrica di sorveglianza remota volta ad acquisire ed elaborare informazioni fornite da satelliti, droni, telecamere, mappe e rilievi terrestri e marini».

BESS, che si è concentrato sul settore meridionale del bacino mediterraneo, ha permesso di individuare 132 pocket beaches distribuite tra la Sicilia e Malta, raggruppate all’interno di un Sistema Informativo Territoriale. "L'INGV collabora al progetto con la sua rete di stazioni multi-parametriche dotate di sensori in grado di rilevare l’effetto del moto ondoso del mare sulle 'pocket beaches', nonchè registrando e gestendo i dati raccolti dalle Università partner di Messina, Palermo e Malta», aggiunge Italiano. «Tutte le informazioni verranno caricate in un database e, attraverso le infrastrutture informatiche della sala di monitoraggio multidisciplinare dell’INGV di Palermo, messe a disposizione del Sistema Informativo Territoriale». Una volta perfezionata la rete di sorveglianza da remoto, il Sistema Informativo potrà essere messo a disposizione di decisori politici, operatori del settore e ricercatori, instaurando un dialogo tra scienza e stakeholders volto a una gestione delle coste che possa rimuovere la cause dell’erosione marina, ripristinare le condizioni naturali per valorizzare le caratteristiche di resilienza delle spiagge, salvaguardare l’economia dei territori costieri e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e del rapido mutamento delle condizioni meteo marine.

«L'appuntamento di inizio febbraio ci ha permesso di affrontare il tema della pericolosità dell’erosione costiera in ambiente marino e di come sia possibile, grazie a progetti come BESS, attivare un piano integrato di monitoraggio e tutela di queste piccole baie», conclude Italiano. «La presenza di infrastrutture di sorveglianza come quella proposta potrà inoltre rappresentare un importante polo di attrazione per investimenti sul territorio siciliano, non soltanto dal punto di vista scientifico ma anche industriale per le tecnologie legate all’ambiente marino, un settore in continuo sviluppo a livello internazionale».

Anche a Messina e provincia verranno monitorate delle micro-spiagge nelle zone di Taormina, Capo Milazzo, Capo Tindari, Capo Calavà, isole Eolie. In particolare su Taormina e Capo Milazzo sono state installate delle videocamere di sorveglianza fissa.

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