Una svolta attesa da decenni finalmente sembra raggiungere un punto fermo: nei giorni scorsi è stato pubblicato dal Ministero della Giustizia il bando per la manifestazione d’interesse volto a trasferire gli uffici del Giudice di pace e del Tribunale sezione Lavoro di Messina da via Malvizzi in altre sedi, verosimilmente quelle messe a disposizione dall'INPS in via Romagnosi e via Capra.
“L’edilizia giudiziaria messinese ha imboccato la strada giusta – commenta il presidente dell'Ordine degli avvocati di Messina Domenico Santoro – dopo anni e anni di confronti e incontri, senza mai risolvere concretamente i problemi che ogni giorno affrontano magistrati, avvocati e tutti gli operatori del settore giudiziario, oltre ai cittadini; l'iniziativa del Consiglio del nostro Ordine è stata subito accolta dalla Conferenza permanente, che ringrazio per la solerzia”. Questa scelta è stata adottata da tale competente organismo, presieduto dal presidente della Corte d'Appello di Messina Michele Galluccio e composto dai vertici dei vari uffici, proprio su sollecitazione dell’Ordine, che ha avviato tempo fa una preziosa e costruttiva interlocuzione con la governance dell’INPS, dopo le numerose lamentele degli iscritti.
Il palazzo di via Malvizzi, come è noto, è da tempo oggetto di polemiche e critiche per questioni relative alle sue condizioni strutturali. Gli immobili individuati dall’Istituto in via Capra, invece, oltre a rispondere alle esigenze strutturali e funzionali, sono già pronti all’uso, dunque il trasloco presso tali uffici sarebbe molto rapido; nell’altro immobile di via Romagnosi, invece, sono necessari solo alcuni lavori di sistemazione.
La “rivoluzione” sull'edilizia giudiziaria cittadina riguarderebbe anche gli Uffici della Corte d'Appello sezione Lavoro e UNEP (ufficio notifiche), in un'ottica globale di riorganizzazione e risparmio sulla spesa pubblica. “Adesso non bisogna fermarsi – conclude il Presidente Santoro – e spero vivamente che, nel frattempo, non vi siano ulteriori mirabolanti proposte, di gattopardesca memoria, volte più a confondere le acque che a risolvere il problema”.
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