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E' scontro sul caso della Pg municipale di Messina: il dg stoppa la soppressione

Dopo il richiamo del procuratore Maurizio De Lucia, il dirigente al ramo decide di sopprimerla, ma il direttore generale lo stoppa

Palazzo Zanca

Non è passata “sotto silenzio” la nota con cui, a fine gennaio, il procuratore capo di Messina, Maurizio De Lucia, ha di fatto messo nero su bianco che al Comune viene fatto un utilizzo illegittimo della sezione di polizia giudiziaria del Corpo di polizia municipale.  Ma cosa è successo, dopo quella lettera che aveva, tra i suoi destinatari, anche il prefetto Maria Carmela Librizzi ed il procuratore generale Vincenzo Barbaro? Qualcosa si è mosso, a Palazzo Zanca. E ne è nato uno scontro “al vertice” comunale.

Dopo l’arrivo di quella nota, il dirigente alla Polizia municipale, Domenico Signorelli, ha inviato una nota (il 1. febbraio) al sindaco, proprio in riferimento ai rilievi mossi dal procuratore. Nota rimasta senza risposta. Il 10 febbraio, allora, il dirigente è passato ai fatti, preannunciando che «adotterà propria determinazione di modifica dell’organigramma, con la soppressione della “Sezione operativa polizia giudiziaria” e contestuale istituzione dell’Ufficio Atti di P.G. e Amministrativi».

Un’iniziativa che, però, non è piaciuta al direttore generale Federico Basile, il quale due giorni fa ha risposto a Signorelli. In primis, specificando che il mancato riscontro alla prima nota, quella del 1. febbraio, era dovuto al fatto che il dirigente, «in via unilaterale e senza alcun confronto con l’amministrazione», aveva manifestato, appunto, l’intenzione di sopprimere la sezione d P.g. della Municipale. Poi è entrato nel merito della vicenda, ricordando che «ogni atto ed azione amministrativa dell’Ente è posto in essere nella correttezza gestionale di cui i singoli dirigenti sono garanti e custodi nella quotidiana azione di amministrazione attiva».

Come a dire, se qualcosa “distorto” c’è stato, il dirigente doveva sapere. Ma soprattutto Basile è fermo su un punto: «Le materie legate agli atti generali di organizzazione e delle dotazioni organiche» sono di competenza esclusiva della Giunta, «appare quanto mai strano che un dirigente possa pensare o addirittura formalizzare l’intenzione di una modifica alla struttura organizzativa dell’Ente, del quale è dipendente». Un comportamento definito «debordante», in una fase in cui l’Amministrazione starebbe lavorando per dare riscontro alla nota del procuratore. L’impressione è che questa vicenda avrà nuove “puntate”.

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