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Mario Draghi e il suo "sì" al Ponte sullo Stretto di Messina

Era il 2013 quando l’allora presidente della Banca centrale europea si pronunciò a favore della realizzazione dell'infrastruttura

Il progetto del Ponte sullo Stretto

«È indispensabile promuovere gli investimenti, soprattutto nelle infrastrutture». Mario Draghi dixit. Era il 2013 quando l’allora presidente della Banca centrale europea pronunciò questa frase, in riferimento anche al dibattito – che a ondate regolari, nella storia di questo Paese, si accende, si spegne, si riaccende... – intorno al Ponte sullo Stretto. Otto anni dopo, si torna sul luogo del “delitto”. E il premier incaricato sembra propenso a dar seguito a quelle sue stesse dichiarazioni, avendo già fatto sapere, durante gli incontri con le delegazioni dei partiti e delle forze sociali, di considerare decisivo il tema delle infrastrutture con la necessità di colmare ad ogni costo il divario esistente tra le due Italie, Centro-Nord e Sud. Lo ha anche detto il leader della Lega Matteo Salvini: «Ho trovato Draghi in forma. Attento. Propositivo. Abbiamo parlato di cantieri, di Tav, di Ponte sullo Stretto di Messina...».

E proprio ieri, nel corso di una videoconferenza organizzata da “Lettera 150”, l’associazione creata da centocinquanta docenti universitari di tutt’Italia e presieduta dal prof. Giuseppe Valditara, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e il suo collega calabrese Nino Spirlì hanno annunciato di voler consegnare, nelle mani di Mario Draghi, un doocumento congiunto per chiedere al nuovo Governo di riavviare immediatamente il progetto per la costruzione del Ponte.

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