Messina

Martedì 30 Aprile 2024

Droga a Messina, fissata l'udienza preliminare per lo spaccio tra Villaggio Aldisio, Santa Lucia e Fondo Fucile

Tribunale di Messina

Fissata l’udienza preliminare dell’operazione “Affari di famiglia”, su un traffico di droga tra il Villaggio Aldisio, Santa Lucia sopra Contesse e Fondo Fucile. Si terrà il 25 marzo prossimo, alle 9.30, nell’aula “C” del Palazzo di giustizia, davanti al gup Fabio Pagana, in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pubblici ministeri Antonella Fradà e Roberta La Speme. Imputati Tommaso Giacobbe, 68 anni,  il nipote omonimo Tommaso Giacobbe, 20 anni, la figlia Rosina Giacobbe, 46 anni, la moglie Giuseppa Leonardi, 64 anni, la nipote Lucia Villari, 32 anni, la compagna Cristina Lisa, 39 anni, Santino De Stefano, 45 anni, Paolo Scivolone, 47 anni, e Angelo Parisi, 27 anni. Sono difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro, Domenico Andrè, Tino Celi, Rina Frisenda, Tommaso Calderone e Pietro Venuti. Il reato più grave è contestato ai tre Giacobbe, a Leonardi, Villari e Lisa. Avrebbero costituito un’associazione «per acquistare, detenere e cedere sostanza stupefacente di tipo marijuana, hascisc e cocaina», «diretta  da Tommaso Giacobbe (classe 1952), che assume il ruolo di promotore e organizzatore, impartisce le direttive, provvede all’approvviggionamento dello stupefacente e coordina il gruppo per la cessione» della droga; Tommaso Giacobbe (classe 2000), Rosina Giacobbe, Giuseppa Leonardi, Lucia Villari e Cristina Lisa «con il ruolo di partecipi» nella «detenzione e custodia della sostanza stupefacente, distribuzione sul mercato attraverso la cessione ai clienti, riscossione del denaro provento dell’attività di distribuzione».

L’indagine è stata condotta dal Nucleo operativo della Compagnia Messina Sud. Documentata l’operatività di una fitta rete a composizione familiare, dopo l’arresto di Tommaso Giacobbe, il 20 dicembre 2018, da parte dei militari della Stazione di Gazzi. Grazie alla successiva perquisizione domiciliare, furono portati alla luce oltre 2,2 kg di marijuana, 2mila euro «e un biglietto di cartone riportante 15 nominativi scritti a penna, accanto a ciascuno dei quali era indicato il numero 10». In cucina, furono trovati anche due bilancini di precisione digitali. Il resto lo fecero le intercettazioni effettuate in carcere dai militari tra lo stesso Giacobbe e i familiari. Emerse che il testimone dello spaccio sarebbe poi passato alla figlia Rosina. E la nipote, nel corso dei colloqui, informava il nonno di alcuni problemi che sorgevano durante le varie contrattazioni.
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