Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

Scuole a Messina, ancora in protesta gli studenti del Bisazza che chiedono la dad

Liceo "Bisazza"

Prosegue la protesta degli studenti del liceo "Bisazza" di Messina: anche oggi alcune classi hanno deciso di disertare le lezioni in presenza per dar seguito alla richiesta di proseguire l’attività didattica esclusivamente in modalità a domicilio. Ieri erano state nove le classi assenti oggi sono state tre quelle che hanno rinunciato a frequentare. Si tratta di studenti diversi perché ieri queste tre classi hanno lavorato a distanza e oggi è il turno delle nove che hanno protestato ieri, ma anche in altre classi sia pur non in maniera massiccia si sono registrate alcune assenze per la protesta. Ieri proprio al Liceo Felice Bisazza sono mancati 180 ragazzi su circa 350. Nove classi intere hanno disertato l'appuntamento con il ritorno a scuola. A muovere questa protesta gli stessi studenti (evidentemente supportati dalle famiglie) che hanno presentato così questa “disobbedienza” scolastica. «Abbiamo deciso di assentarci da scuola nei giorni in cui dovremmo essere presenti e, nonostante ciò, chiedere la DaD ( la didattica a distanza, quella che consente di seguire da casa le lezioni attraverso il computer, ndc)». Emanuele Maurotto, rappresentante di una classe “assente” e Emanuele Giglio, rappresentante d'Istituto, scrivono che l'iniziativa è dettata dal mancato distanziamento nelle aule a causa del sovraffollamento: hanno contato anche 30 ragazzi in una sola stanza. «Per non parlare poi dell'affollamento all'ingresso quando i ragazzi - dicono - attendono l'apertura dei cancelli ammassati. Inoltre, nonostante i sussidi inseriti dalla ATM, il trasporto pubblico negli orari di punta è sempre insufficiente e lascia i ragazzi oltre mezz'ora per strada. Il diritto allo studio non ci viene vietato, perché in DaD chi vuole studiare, studia. In settimana contiamo di incontrare il sindaco e l'assessore Tringali per poter chiedere la chiusura delle scuole per la città di Messina ». La preside Giovanna Messina ammette che è una situazione difficile da gestire, perché non ha gli strumenti normativi ( ma nemmeno quelli tecnologici per garantire collegamenti di qualità da tutte le classi) per consentire la didattica a distanza a chi la chiede senza un valido motivo dovuto a “fragilità” personali o di conviventi. «Da madre avrei paura - dice - da dirigente dico ai ragazzi di venire a scuola».

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