La curiosità e la voglia di vivere all’estero hanno spinto Giorgia Lo Presti, giovane medico messinese, ad intraprendere la specializzazione in Svizzera, Paese che l’ha subito affascinata e fatta sentire a casa. Da 5 anni la ragazza vive a Lugano e attualmente lavora come medico assistente in Medicina interna, nel reparto di Ematologia dell’Ente ospedaliero cantonale a Bellinzona. Nell’ultimo anno è stata impegnata in diversi centri Covid, a stretto contatto con l’emergenza e, durante la prima ha ondata, ha preso parte come ricercatrice ad un importante studio sugli anticorpi prodotti da soggetti positivi al virus, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Cell”. L’obiettivo della ricerca è stato quello di supportare ulteriori approfondimenti in ambito sierologico e di porre le basi per sviluppare nuove terapie. «Ho studiato a Messina, prima al liceo scientifico Bisazza e poi alla facoltà di Medicina e chirurgia del nostro Ateneo - ha raccontato Giorgia - facendo durante gli anni universitari dei corsi di tedesco, dei tirocini estivi in Svizzera e l'Erasmus in Germania». Due Nazioni che la ragazza ha sentito subito affini al suo carattere, anche se alla fine, la scelta definitiva è ricaduta sulla Svizzera. «Dopo l'abilitazione conseguita a Messina, sono partita per Lugano, dove avevo già un contratto - ha spiegato la giovane -. Il sistema di specializzazione svizzero è infatti molto diverso da quello italiano, e permette di entrare subito nel mondo del lavoro. Non si accede per concorso, ma occorre mandare il curriculum ai vari ospedali e se si viene valutati positivamente, si viene assunti per uno o due anni. Inoltre, non si è costretti a scegliere subito il tipo di specializzazione, ma si può modificare in base ai propri interessi. Io stessa ho iniziato con Chirurgia, ma poi ho capito che Medicina interna mi appassionava di più». La partecipazione allo studio pubblicato su “Cell” risale ai primi mesi della pandemia. «La struttura in cui lavoravo in quel periodo è stata trasformata in ospedale Covid - ha affermato la dottoressa - e anche se avrei dovuto occuparmi solo della ricerca, sono stata richiamata in prima linea. Nel frattempo, è partito questo lavoro sulla valutazione della risposta anticorpale nei pazienti affetti dal virus, così per non perdere tale possibilità, la notte coprivo il turno nei reparti e appena smontavo, mi dedicavo alla ricerca. È stata dura, ma anche una grande soddisfazione». Lo studio ha dimostrato che il numero degli anticorpi sviluppati, da coloro che hanno contratto il Covid-19, è proporzionale alla gravità della malattia e che l'emivita di tali anticorpi è inferiore a due mesi. In seguito, la messinese è stata assunta all'Ente ospedaliero cantonale di Locarno e adesso sta proseguendo la specializzazione a Bellinzona. Nonostante l'esperienza svizzera stia regalando a Giorgia molteplici traguardi, Messina rimane comunque il luogo in cui tornare ogni volta che può: «Anche se sto mettendo radici qui - ha commentato - la mia città sarà sempre il posto che continuerò a chiamare casa».