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Messina, clima rovente. Picciolo querela il sindaco De Luca

Si arroventa sempre di più il clima politico a Messina. E la "querelle" tra il sindaco De Luca e il leader di Sicilia Futura, l'ex deputato regionale Beppe Picciolo, è destinata ad avere strascichi in altre sedi. Picciolo, infatti, ha deciso di presentare una querela nei confronti del primo cittadino. Cateno De Luca era stato durissimo in mattinata: <Alla delinquenza politica non c’è mai fine. Sono contento che quando il gioco si fa duro escano allo scoperto i politici che dopo avere svolto all'Asp di Messina un ruolo da protagonista nell'era Crocetta, oggi continuano a sostenere il sistema gestionale politico-mafioso della sanità messinese in cambio di qualche posizione di potere. D’altronde tutti sanno che Beppe Picciolo fa sempre anticamera da Musumeci per ottenere un posto di assessore o quantomeno di sottogoverno (anche fare il responsabile del condominio di Palazzo D’Orleans andrebbe bene. E’ altrettanto logico che i suoi consiglieri di riferimento anche se con grande imbarazzo devono stare molto attenti a come si esprimono in consiglio comunale visto che io, non a caso, ho spostato la questione della tutela della salute nel naturale contesto nel quale ci si dovrebbe occupare. Come non ci si può indignare al cospetto dell’omertà dei deputati regionali e nazionali compreso il consiglio comunale sulla gestione dell’Asp del direttore generale Paolo La Paglia? Cosa faceva, ad esempio, venerdì 22 gennaio, alle 19,22 Beppe Picciolo con Ferdinando Croce (ma non sa nulla dell’affaire di 10 mIlioni dell'Asp?) e gli onorevoli Tamaio e D'Agostino nei corridoi del Palazzo ex Esa di Catania sede della Presidenza della Regione Siciliana? Era lì per tutelare Messina o per continuare a mendicare una presidenza di condominio con sponsor di eccellenza? Potrebbe mai il buon Picciolo parlare male di Paolo La Paglia se fino a qualche anno fa era il padre padrone della sanità messinese e dell’Asp?>

Alle dichiarazioni del sindaco Beppe Picciolo risponde con la querela: <Quando la politica scende ai livelli della diffamazione o, peggio, della calunnia, la democrazia è sempre più a rischio>. Sempre in mattinata il fondatore di Sicilia Futura, a sostegno del proprio gruppo consiliare guidato dal prof. Pietro La Tona, era stato molto duro nei confronti dello stesso De Luca: <Forse alzando il tono della voce e dello scontro, forse gettando tutto in una continua stucchevole commedia social, forse provando a fare il “ gioco del cerino “ qualcuno pensa di bloccare il diritto di pensare ed esprimere in libertà le proprie idee? Dando un colpo avanti ed uno dietro, minacciando dimissioni che restano sempre uno sterile annuncio, peraltro, mai richiesto da nessuno. Forse “ stecchito" un nemico... se ne deve trovare un altro per aprire nuovi fronti polemici? Ma anche la nostra proverbiale pazienza di “buddaci “ ha un limite. Abbiamo fatto gli "asini" (o meglio i muli da soma) perché rispettiamo Istituzioni, ruoli e battaglie nel merito. Ma non faremo mai i "pecoroni" al servizio di un gettone di presenza o di uno scomodo strapuntino da difendere. Noi abbiamo dimostrato sul campo la nostra lealtà alle Istituzioni ed agli interessi della Città, che abbiamo sempre anteposto anche alle esigenze della Politica. Ma lealtà e serietà non possono essere abusate e calpestate dal ripetersi di comportamenti che , nella drammaticità del momento, non sono più giustificabili".

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