La battaglia legale sul concorso per Guide alpine e vulcanologiche approda al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, che ha ha riunito e respinto gli appelli presentati contro le precedenti sentenze. In sostanza, confermata l’illegittimità della prova sull’Etna a cui hanno partecipato, tra gli altri, alcuni candidati della provincia di Messina. E dalle carte emergono intercettazioni il cui tenore sembra avvalorare i sospetti fin da subiti addensatisi sulla selezione del 3 maggio 2018.
Citando alcuni passaggi vagliati dal gip nel parallelo giudizio penale dinanzi al Tribunale di Catania, il 16 aprile dello stesso anno emerge che l’allora presidente regionale delle Guide Ragonese dice preoccupato al vice Orazio Distefano che suo figlio avrebbe avuto problemi essendo il più scarso: «Perché qua … qua … il problema è che scoppia … scoppia il caso con questo. Perché qua a Linguaglossa se entra questo ragazzo, entrano … devono entrare tutti va, non ce n’è … perché … il più scarso … no, il più scarso è dieci volte meglio di mio figlio va».
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