Il gip di Reggio Calabria Vincenzo Quaranta ha disposto l’archiviazione del procedimento per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio aperto a suo tempo a carico di dieci persone tra magistrati, investigatori e consulenti tecnici di Messina su denuncia dell’attuale sindaco di Messina Cateno De Luca, che in un esposto aveva ipotizzato l’esistenza di un «complotto politico/giudiziario» ordito ai suoi danni. Il gip ha aderito alla richiesta di archiviazione depositata dopo le indagini dalla Procura reggina, che s’è occupata della vicenda per la competenza incrociata ex art. 11 c.p.p. tra organi giudiziari, quando si tratta di compiere accertamenti su magistrati.
Scrive tra l’altro il gip che «... l’assunto secondo il quale sarebbe stato vittima di un progetto/disegno politico portato avanti con la complicità (partecipazione) di appartenenti alle forze dell’ordine e alla magistratura messinese, diretto a danneggiarlo personalmente, politicamente e professionalmente, risulta destituito di fondamento».
Secondo la valutazione del gip «... il pubblico ministero ha correttamente ricostruito gli avvenimento sulla base delle risultanze disponibili, concludendo poi condivisibilmente per la infondatezza della notizia di reato, non potendosi ravvisare nella condotta degli indagati gli elementi costitutivi né della fattispecie di reato oggetto di iscrizione..., né di altre fattispecie di reato. Gli elementi acquisiti, non ulteriormente integrabili, non consentono di ravvisare la fondatezza delle accuse mosse dal De Luca, talune di particolare gravità, a carico degli indagati e, quindi, sostenere le ipotesi di reato nella prospettiva dibattimentale».
In un altro passaggio il gip Quaranta afferma poi: «... non vi sono elementi per ritenere che un gruppo di magistrati avesse l’interesse, illecito, che il De Luca paventa, prospetta, e non si ha materiale investigativo per ravvisare un’azione coordinata tra Procura e Ufficio Gip diretta a danneggiare il De Luca. Vi sono elementi che lasciano, anzi, ritenere che la gestione sia stata improntata a canoni di correttezza e di imparzialità, se si considera che il Gip, all’esito dell’interrogatorio di garanzia, sostituiva la misura cautelare detentiva applicata agli indagati con misura meno afflittiva e interveniva sul sequestro, riducendolo».
Rispetto al quadro iniziale della vicenda, il gip si è dichiarato invece incompetente territorialmente per un altro indagato su denuncia per calunnia di De Luca, l’avvocato Giovanni Cicala. Il legale presentò un esposto alla Guardia di Finanza di Barcellona nel 2014, da cui si è originato un procedimento sul Caf Fenapi per evasione fiscale a Messina, ancora in corso di dibattimento e anche a carico di De Luca. Il gip non ha rilevato tra l’altro alcuna connessione con il troncone principale originato dall’esposto presentato da De Luca a Reggio Calabria su magistrati e investigatori, ed ha quindi disposto la trasmissione degli atti al tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.
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