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Gimbe: "Rivedere il sistema delle regioni a colori, dati preoccupanti e c'è in vista la terza ondata"

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe nella settimana 29 dicembre 2020-5 gennaio 2021, rispetto alla precedente, segnala un incremento dei nuovi casi (114.132 contro 90.117) e del rapporto positivi/casi testati (30,4% contro 26,2%). Stabili i casi attualmente positivi (569.161 contro 568.728) e, sul fronte ospedaliero, lievi oscillazioni dei ricoveri con sintomi (23.395 contro 23.662) e delle terapie intensive (2.569 contro 2.549); tornano a crescere i decessi (3.300 contro 3.187).

"A cavallo del nuovo anno - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - i dati documentano l’inversione della curva dei nuovi casi, in calo da 6 settimane consecutive, e l'incremento percentuale dei casi totali (5,5% contro 4,6%). Numeri sottostimati dalla decisa frenata dell’attività di testing nelle ultime due settimane accompagnata dal netto aumento del rapporto positivi/casi testati che schizza al 30,4%. In secondo luogo, urge un consistente restyling del sistema delle regioni "a colori", perché a fronte di risultati modesti in termini di flessione delle curve i costi economici e sociali sono sproporzionati. Infine, la comunicazione istituzionale deve diffondere la massima fiducia nel vaccino, ma al tempo stesso non alimentare aspettative irrealistiche che rischiano di far abbassare la guardia alla popolazione".

Sulla base di questi elementi e delle migliori evidenze scientifiche, la Fondazione Gimbe sta elaborando una proposta per la gestione 2021 della pandemia, integrata con le certezze/incertezze del piano vaccinale. "A quasi un anno dallo scoppio dell’epidemia nel nostro Paese - conclude Cartabellotta - non è più accettabile la (non) strategia basata sull'affannoso inseguimento del virus con l'estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l’economia del nostro Paese, produce danni alla salute delle persone e aumenta inesorabilmente il numero dei morti".
"Al di là dell’efficienza logistico-organizzativa del nostro Paese - spiega Cartabellotta - senza il via libera dell’Ema ad altri vaccini (AstraZeneca in primis) o l’anticipo (improbabile) di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno. In altre parole, siamo ancora lontani dal tradurre questa straordinaria conquista della scienza in un concreto risultato di salute pubblica. Considerato che i primi mesi dell’anno - avverte il presidente - saranno cruciali sia per contenere la terza ondata, sia per controllare la pandemia per l’intero 2021, è necessario puntare l’attenzione su tre elementi cruciali. Innanzitutto, le curve iniziano a risalire con un numero di casi attualmente positivi troppo elevato per riprendere il tracciamento, con ospedali e terapie intensive ai limiti della saturazione in metà delle regioni e con i dati preoccupanti sulle nuove varianti del virus".

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