Il 50% degli studenti in presenza dall’otto gennaio e poi il 75% a partire dal 18 gennaio. La conferma sul calendario e su quanti ragazzi delle scuole Superiori possano tornare in classe arriva dall’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla. Un intervento atteso anche per sgombrare il campo dall’ipotesi di una proroga della didattica a distanza così come è avvenuto in Veneto dove il rientro è stato posticipato a febbraio. «Comprendo le motivazioni del governatore Zaia– dice Lagalla – in Veneto l’incidenza dei contagi è maggiore, con un Rt superiore». Ma un colpo di scena potrebbe arrivare a Messina, da Palazzo Zanca. Infatti oggi pomeriggio è previsto un summit con i vertici dell’Asp per avere, in maniera inequivocabile, i dati sulla situazione epidemiologica della città. La sensazione è che la curva dei contagi sia in crescita, ma serve una base scientifica sulla quale prendere una decisione. Quale? Anche quella, pur estrema, di posticipare la riapertura delle scuole, in questo caso anche quelle del primo ciclo, del territorio comunale. Una possibilità che il sindaco ha e che ha già utilizzato due volte in questi quattro mesi. Il Comune vorrà sapere non solo quanti siano i contagiati e quale sia il trend, ma anche se è migliorato il lavoro di tracciamento dei contatti con l’Asp può prontamente individuare la stretta cerchia di coloro i quali devono essere isolati, quando emerge una positività. Purtroppo il contact tracing è stato, in città, il tallone d’Achille della gestione “autunnale” della seconda ondata di contagi e se non fosse stato migliorato, allora le scuole piene potrebbero essere difficili da gestire. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina