Messina

Sabato 27 Aprile 2024

A volte serve l’autocritica

Comune di Messina

Stavolta gli “accorintiani” hanno sbagliato bersaglio. Prendersela con l’affermazione della vicesindaca Carlotta Previti ci sta, è la dialettica politica, ma bisogna anche avere l’onestà di analizzare più a fondo la questione di cui si va discutendo. E in questo caso, soprattutto Cambiamo Messina dal basso (che nel 2013 fu il movimento che sostenne la candidatura a sindaco di Renato Accorinti) e MessinAccomuna (movimento fondato, tra gli altri, da alcuni degli ex assessori della Giunta Accorinti) dovrebbero rimuovere i pregiudizi e giudicare solo i fatti. Nelle sue dichiarazioni Carlotta Previti – non siamo suoi difensori d’ufficio, se lo avesse affermato, saremmo stati i primi a evidenziarne l’esagerazione e la non rispondenza alla realtà – non ha mai detto che la Giunta De Luca è prima in assoluto in Italia per quanto riguarda il rispetto delle cosiddette quote rosa. La vicesindaca ha detto, invece, che l’Amministrazione guidata da Cateno De Luca è quella che nella storia del Comune di Messina, quanto meno dall’elezione diretta del sindaco in poi (dal 1994), è caratterizzata da una maggiore presenza della componente femminile. All’interno della Giunta l’equilibrio uomini-donne è quasi perfetto, con quattro assessore che hanno, oltretutto, alcune delle deleghe più importanti. Il raffronto fatto con la precedente Amministrazione, in questo caso, è incontrovertibile. Renato Accorinti, uomo dai grandi ideali, coerente nella vita e nel suo impegno politico, su questo fronte non è riuscito ad attuare quanto aveva previsto nel suo stesso programma. Nella sua Giunta, sono transitate due donne (Patrizia Panarello, fatta fuori poi non si sa per quali ragioni, visto che stava operando con buoni risultati, e Daniela Ursino, anche lei, bravissima, e... defenestrata), ma alla fine ne è rimasta una sola, Nina Santisi, con la delega alle Politiche sociali. Il segretario-direttore generale, Nino Le Donne, era un uomo, così come lo erano tutti i nominati al vertice delle società partecipate. E con alcune delle donne che avevano sostenuto inizialmente il programma di Accorinti – dall’ambientalista Anna Giordano a Nina Lo Presti, fino a Lucy Fenech –, pur in tempi diversi, si è arrivati a una clamorosa frattura. E, dunque, su questo versante, ben vengano le discussioni che animano il dibattito politico ma anche un’autocritica talvolta non guasterebbe.

leggi l'articolo completo