Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

La famiglia Orlando, da Messina a Milano per esaltare il valore della solidarietà

«Ci auguriamo che, nonostante il periodo, questo Natale possa essere il più sereno e tranquillo possibile. Sperando che tutto torni alla normalità». Hanno conquistato Milano con la semplicità e soprattutto con i sapori della nostra Sicilia. E non solo. Perché la famiglia Orlando è finita più volte sotto i riflettori della cronaca nazionale, quando si è fatta promotrice di una bella iniziativa di solidarietà: regalare il pane, durante il primo lockdown, a chiunque ne avesse bisogno. Ma procediamo per gradi, ripercorrendo i loro passi a ritroso. Da quando hanno deciso di lasciare la provincia di Messina, partendo dal piccolo paese nebroideo di Galati Mamertino per trasferirsi al Nord. Dove i raggi del sole mancano più di tutto nel cuore di un emigrato. «Nel 2018 - racconta Simone, il figlio più piccolo di Giuseppe e Giovanna - siamo partiti tutti insieme con il desiderio di fare qualcosa di buono. Inizialmente, volevamo puntare su un prodotto tipico, che per noi siciliani, significa tanto, l'arancino, ma poi arrivati lì abbiamo rivisto un po' il piano iniziale e rilevato un panificio nel quartiere Greco arricchito da un laboratorio che ci permette di trasformare le materie prime e dar vita a tutte le prelibatezze che popolano il nostro banco». Gli inizi non sono stati semplici, bisognava riadattarsi ad una nuova terra e soprattutto a nuove abitudini, ma alla fine gli Orlando sono stati accolti bene, la loro offerta si è arricchita pian piano e anche la forza lavoro è andata ad aumentare, arrivando a ben 13 collaboratori. «Prima che partisse il periodo nero della pandemia ci eravamo attrezzati con il servizio di delivery e devo dire - ricorda il giovane - che proprio così ho avuto la possibilità di scoprire le vie che mi circondavano e le strade che prima, per il troppo lavoro, non riuscivo a esplorare. E l'idea di donare il pane è piovuta spontaneamente con un annuncio su Facebook». Il post che recitava così: «Se non hai un lavoro, non ricevi aiuto da nessuno o hai finito la scorta di cibo non andare a dormire senza mangiare. Scrivici in privato senza vergognarti. Accetta quel poco o tanto che noi possiamo donarti», non è passato però inosservato. Abbiamo scritto in un gruppo chiuso del quartiere perché volevamo fare il tutto senza clamore, ma poi la voce si è sparsa, un giornalista di Tv 2000 ha fatto il primo servizio e gli altri sono piovuti a ruota. E ci ha fatto sorridere il fatto che Sky abbia mandato in onda il servizio subito prima dell'annuncio di uno dei tanti Dpcm del presidente del consiglio Conte. E in tantissimi hanno preso la cornetta per chiederci se potevano a loro volta accodarsi a questa iniziativa facendo delle donazioni». Un bel gesto insomma, e proprio per le festività, la Orlando' s family ha deciso di replicare sposando la causa importante dei bambini argentini cercando di strappargli un sorriso: «Quest'anno con la Fondazione Pupi di Paula e Javier Zanetti abbiamo deciso di creare una bellissima sinergia. Da anni garantiscono i diritti negati ai bambini argentini più sfortunati e alle loro famiglie e assieme all'ex capitano dell' Inter, persona umile e dal grande cuore, che abbiamo conosciuto grazie al nostro amico Carlo Grimoldi, proprietario di una bellissima location nel cuore della città, abbiamo deciso di realizzare dei panettoni destinando parte del ricavato proprio alla fondazione». “Sostienici con dolcezza” è il nome della campagna solidale e ghiotta è la proposta, dal classico con uvetta e canditi a quelli farciti con pistacchio di Bronte, cioccolato, e nocciole rigorosamente dei Nebrodi. E per non far mancare la sicilianità che li contraddistingue si è pensato di realizzare anche il panettone con gli agrumi. Secondo Simone, il volto giovane di questa realtà, che desidera crescere, è importante non abbattersi mai e bisogna ricordarsi che, a volte, basta un piccolo gesto per migliorare il mondo che ci circonda: «Siamo onorati che la Fondazione Pupi abbia scelto una giovane azienda artigianale come la nostra e credo che al giorno d'oggi chiunque abbia una piccola attività debba ritagliarsi un ruolo solidale. Perché il Natale è soprattutto questo: tendere una mano. Noi il primo anno abbiamo gettato le basi e oggi pian piano stiamo raccogliendo i frutti dei nostri sacrifici conservando le radici nel cuore».

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