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Messina: gli appalti e i “favori” al Cas, decisi sei rinvii a giudizio

L’indagine della Dia “Fuori dal tunnel” sui lavori di rifacimento delle gallerie sulla A20. A funzionari e imprenditori contestati vari casi tra corruzione, falso ideologico, turbativa d’asta e truffa.

Sei rinvii a giudizio. Il processo si aprirà il 17 marzo dell’anno prossimo davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale. Un quadro di accuse che quindi spinge verso il processo secondo il gup Fabio Pagana, che a conclusione dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio tutti e sei gli imputati dell’operazione “Fuori dal tunnel”. È l’indagine della sezione operativa della Dia che nel giugno scorso portò per l’ennesima volta al centro dell’attenzione della Procura l’attività del Cas, il Consorzio delle autostrade siciliane. Il gup ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto Marco Accolla, che rappresentava l’accusa.

In questa inchiesta gli imputati principali sono due funzionari del Cas, l’ingegnere Angelo Puccia, che è anche consigliere comunale di Castelbuono, e il collega Alfonso Edoardo Schepisi; è coinvolto anche l’imprenditore Fabrizio Notari, rappresentante legale della Notari Luigi spa. Ma ci sono altri tre imputati. Si tratta di Saverio Ferrazzano, imprenditore e amministratore della “Tindari scarl” e della “Capo d’Orlando scarl”, dell’imprenditore Francesco Fundarò, che sarebbe entrato in gioco come sub-appaltatore dei lavori della galleria “S. Alessio”, e infine di Girolamo Ponzio, come dipendente dell’impresa che si occupò dei lavori di ripristino dell’asfalto lungo il viadotto Calamo.

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