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Morto tra il IV e il VI secolo d. C., di leucemia. L'importante scoperta di una ricercatrice messinese

La dott.ssa Giorgia Tulumello dell’Università del Salento, osteoarcheologa messinese, è stata incaricata di effettuare l’analisi antropologica dei resti scheletrici rinvenuti nell’area cimiteriale. Dallo studio approfondito sullo scheletro di un maschio, di età tra i 40 e i 50 anni, è stato possibile identificare i segni di una neoplasia maligna

Un'importante collaborazione tra il Papardo di Messina e l'università del Salento

Morto tra il IV e il VI secolo dopo Cristo… di leucemia. Una importante collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina e l’Università del Salento ha permesso di risalire alla possibile causa della morte di un individuo di più di 1.500 anni fa. Nell’ambito dell’attività di ricerca archeologica svolta dall’Università del Salento presso il cimitero tardo antico di Vaste, frazione di Poggiardo (Lecce), sotto la direzione scientifica del prof. Giovanni Mastronuzzi, è stata fatta un’interessante scoperta paleopatologica.

La dott.ssa Giorgia Tulumello dell’Università del Salento, osteoarcheologa messinese, è stata incaricata di effettuare l’analisi antropologica dei resti scheletrici rinvenuti nell’area cimiteriale. Dallo studio approfondito sullo scheletro di un maschio, di età tra i 40 e i 50 anni, è stato possibile identificare i segni di una neoplasia maligna, riferibile probabilmente ad una forma di leucemia.

La possibile diagnosi di leucemia, piuttosto difficile nei resti scheletrici, è stata effettuata macroscopicamente. L'analisi istologica del tessuto osseo effettuata della dott.ssa Marisa Falduto, Anatomopatologa della Uosd di Anatomia Patologica dell'Ospedale Papardo di Messina (dipartimento di Oncoematologia), nonché competente conoscitrice dell'emolinfopatologia, coadiuvata nella parte tecnica dalla dott.ssa Ivana G. Verboso è stata di grande importanza per aiutare nella diagnosi.

Il possibile caso di leucemia di Vaste si è rivelato essere una delle più antiche evidenze in Italia. «Sono molto felice di avere partecipato ad uno studio così interessante ed affascinante - ha dichiarato la dott.ssa Falduto -. Mi auguro che l'interesse che ci ha accomunati possa far sì che possiamo ritrovarci per altre stimolanti ricerche».

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