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Coronavirus a Messina, i racconti della frustrazione: letteralmente abbandonati

C'è chi oltre al virus deve affrontare le storture del sistema burocratico dell’Asp di Messina

La sede dell'Asp Messina dove si registrano disservizi per l'assistenza a pazienti affetti da covid

L’Asp dovrebbe accelerare nei prossimi giorni rispetto a tanti, troppi rallentamenti evidenziati in queste settimane, e non vogliamo crederci. Anche perché peggio di così è francamente impossibile fare. Al tempo stesso non possiamo non registrare le continue, quotidiane, disarmanti testimonianze che arrivano da chi, oltre al virus, deve fronteggiare la malattia della burocrazia. Racconti intrisi di frustrazione e di sfiducia nei confronti di chi dovrebbe dare risposte, piuttosto che alimentare domande a vuoto. «Il 26 novembre – ci dice una cittadina – ci sottoponiamo a tampone rapido, in un laboratorio privato, io con la mia famiglia. Le mie due figlie e io risultiamo positive, mio marito negativo. L’Asp ci telefona il giorno dopo, quasi stupendoci per la tempestività, comunicandoci che ci avrebbero ricontattato per sottoporci a tampone molecolare». Ma è un’illusione: «Quel tampone non ci è più stato fatto». Peraltro si tratta di casi sintomatici: «Abbiamo avuto dispnea, affaticamento, dolori paragonabili solo a quelli del parto, glielo assicuro. E poi mal di testa, perdita del gusto, febbre, le mie figlie hanno avuto una brutta tosse». Il marito «è isolato dentro casa, anche perché si tratta di soggetto ex oncologico e stiamo particolarmente attenti». Proprio il marito della cittadina che ci racconta questa storia è rimasto in una sorta di limbo: «Non avendo mai fatto il tampone molecolare, non ha nessun certificato di quarantena e quindi alcuna pezza d’appoggio per il lavoro». In tutto ciò che fine ha fatto l’Asp? «Abbiamo chiamato ogni giorno l’Usca. Quando ci rispondono delle operatrici, devo dire che sono molto gentili, raccolgono i nostri dati, sempre gli stessi, ma poi nulla. Siamo letteralmente abbandonati, se non fosse per gli straordinari medici di famiglia, che ci contattano ogni sera».

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