La Guardia di Finanza da questa mattina sta effettuando una serie di perquisizioni nella sede di Messina della Banca di Credito Peloritano e nelle filiali di Barcellona e Capo d'Orlando.
Al centro dell'attività investigativa c'è un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di 17 persone, indagate a vario titolo per associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Nell'inchiesta è coinvolta anche, come persona giuridica, la Banca di Credito Peloritano S.p.A. di Messina per "Delitti di criminalità organizzata", ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonchè autoriciclaggio, (in relazione agli artt. 416, 648 bis, 648 ter.1 c.p.).
L’attività di polizia giudiziaria in corso si è resa necessaria - scrive la Procura in una nota - , al fine di acquisire agli atti del fascicolo, aperto presso questa Procura, elementi fondamentali per la cristallizzazione delle eventuali responsabilità penali ipotizzate nei confronti degli indagati.
Con le operazioni odierne, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Messina stanno procedendo al sequestro non solo di documentazione cartacea, ma anche informatica/digitale, così da assicurare fonti di prova alla giustizia e ricostruire puntualmente la fitta rete di relazioni esistente tra gli indagati.
Ad aprile scorso la Banca d'Italia aveva segnalato diverse criticità nella gestione del Banco di Credito Peloritano.
Criticità che avevano convinto gli ispettori della Banca d’Italia a chiedere alla Regione di sciogliere gli organi amministrativi e di controllo e affidare la gestione a due commissari, Gandolfo Spagnuolo Giovanni Giurdanella, e ai tre componenti del comitato di sorveglianza, Andrea Darà, Giuseppe Glorioso e Francesca Romana De Vita.
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