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Covid in Sicilia, Comitato tecnico scientifico: "Si valorizzi il ruolo del medico di famiglia"

Si punta sul “medico di famiglia” quale componente fondamentale del SSR. Lo ha proposto il Comitato tecnico scientifico della Regione Siciliana che ha licenziato un documento per la gestione dei pazienti positivi al Covid che non necessitano di ricovero ospedaliero.  Secondo gli esperti siciliani “oggi si hanno maggiori conoscenze sul Covid-19 e si sa che diagnosi e terapia precoci possono aiutare a prevenire temibili complicanze. Così il ruolo del medico di medicina generale diventa fondamentale, ancor più quando integrato dalle Usca e supportato dai Dipartimenti”.

Il modello prevede la gestione diretta dei pazienti positivi, dei paucisintomatici e dei pazienti con malattia lieve (febbre, tosse mal di gola, dolori muscolari etc) per i quali è previsto un sistema integrato di visite domiciliari, telemedicina, monitoraggi telefonici da parte dei medici medicina generale, dei medici delle USCA ma anche di specialisti di diverse discipline che potranno valutare anche le comorbilità.

Per gli esperti del Cts siciliano “dal momento della semplice infezione è fondamentale non sentirsi soli a combattere contro il virus ed è fondamentale sapere che c’è qualcuno che sa quando e come assisterti con cure mediche appropriate o quando c’è bisogno di una rapida ospedalizzazione”.

Il CTS ha messo anche a disposizione dei medici generali le migliori conoscenze scientifiche ed empiriche, in una parola le buone pratiche clinico-assistenziali e sintetizza quali sono gli attuali protocolli di monitoraggio clinico e soprattutto terapeutico a seconda che si tratti di pazienti asintomatici, paucisintomatici o con lievi sintomi anche con comorbilità.

Si valorizzi il ruolo del “Medico di Famiglia”: ottimo il traguardo della esecuzione dei tamponi – dicono in coro gli esperti del CTS- ma si faccia uno sforzo in più. Quella del “proprio medico” è una voce amica e non una qualsiasi ma quella qualificata di chi ti conosce dal punto di vista clinico e personale e ti può assistere nelle fasi iniziali della patologia meglio di chiunque altro, meglio di qualsiasi ospedale perché siamo ancora nella dimensione del rapporto “a due” quella che gli scienziati chiamano medicina personalizzata e che pongono all’apice delle migliori pratiche cliniche”.

Il CTS rileva infine che “non si tratta di decongestionare gli ospedali, ma di assistere rapidamente i pazienti positivi con la strategia migliore che al momento la scienza medica ci suggerisce: è un modello che va bene non solo per il COVID-19 ma per qualsiasi patologia”.

Intanto, il gruppo all'Ars di Attiva Sicilia ha presentato una mozione che punta a "rendere i medici di medicina generale protagonisti nella battaglia contro il coronavirus attraverso l’adozione di protocolli obbligatori che sfruttino terapie sperimentali validate, in grado di fermare la malattia quando è nella sua fase iniziale. I medici di base dovrebbero quindi occuparsi dei pazienti con sintomi lievi che sono nello stadio iniziale della malattia, prescrivendo loro quelle cure che la comunità scientifica inizia a individuare come capaci di fermare il virus all’inizio così da prevenire il sorgere di sintomi più seri e la conseguente necessità di un ricovero ospedaliero, evitando così di sovraffollare le strutture sanitarie".

“Dare più valore ai medici di medicina generale – spiega il deputato regionale di Attiva Sicilia, Sergio Tancredi – permetterebbe di rafforzare il ruolo strategico della medicina territoriale nella lotta al virus, salvando il maggior numero di vite umane e facendo anche risparmiare i potenziali costi assistenziali per disabilità conseguenti a ritardo nelle cure e a complicanze. Il dato maggiormente preoccupante di questa fase della pandemia, infatti, riguarda la sempre crescente pressione sulle strutture ospedaliere con la progressiva riduzione dei posti letto disponibili nei reparti di terapia intensiva. Inoltre, il sovraffollamento ha la tragica conseguenza di far diminuire drasticamente i livelli di assistenza sanitaria sia per i pazienti affetti da Covid 19 che per quelli affetti da altre patologie gravi”.
Ad esempio, la comunità scientifica ha individuato che l’uso di eparina e cortisone nello stadio iniziale della malattia, anche a domicilio, può abbattere la capacità patologica del virus ed evitare l’aggravarsi del paziente. Stesso discorso per la somministrazione dell'adenosina tramite via aerosolica che pare si possa effettuare anche negli ambulatori dei medici di base.
“Dunque – sottolinea Tancredi - appare quanto mai opportuno riorganizzare la sanità territoriale attribuendo alla medicina di base un ruolo determinante nella cura dei pazienti paucisintomatici risultati positivi, attraverso l'adozione obbligatoria delle prassi descritte in questi protocolli, qualora approvati dalle competenti autorità”.

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