Poco da stupirsi: dal sottosuolo di Maregrosso vengono fuori significative concentrazioni di inquinanti e veleni. Là dove per decenni quasi tutto è stato possibile in termini di discarica selvaggia, con il micidiale effetto prodotto dai roghi su fragili terreni costieri, era scontato che accadesse. Ma i dati giunti al Comune, dal laboratorio della società accreditata con il Ministero della Salute, “Ambiente e Sicurezza”, in merito alla composizione dello strato più alto, profondo 50 centimetri, del litorale del centro di Messina, sono comunque rabbrividenti. Non tanto il fatto che su 10 campioni di terreno analizzati, ben 9, hanno registrato il superamento significativo dei limiti di legge. Quanto piuttosto l'ampia varietà delle sostanze dannose per la salute, talune cancerogene, frutto di un simile abuso della costa. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Messina.