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Messina, controlli sulle case di riposo: una su tre con irregolarità

Secondo i primi risultati del monitoraggio di controllo condotto dal personale della Sezione Annona del corpo della Polizia Municipale, diretto dal Commissario Giovanni Giardina, e il Dipartimento Servizi alla Persona e alle Imprese, una casa di riposo su tre a Messina presenta irregolarità a causa di accertate “anomale situazioni strutturali, igienico-sanitarie o amministrative". Una dozzina, sino ad ora, sono risultate non iscritte ad alcun albo, né regionale né comunale, come invece prevede la legislazione vigente in tema di assistenza agli anziani in case riposo o alloggi . La legge regionale, infatti, è molto chiara: le strutture prive di regolari autorizzazioni e iscrizioni agli albi non sono ammissibili a svolgere attività assistenziale.

Da qui le sanzioni amministrative elevate, per un totale di oltre 10.000 euro alle dieci strutture riscontrate irregolari, in base all’articolo del Testo Unico della Legge sulla Pubblica Sicurezza, riguardante il rilascio delle previste autorizzazioni. Per altre due residenze si stanno effettuando ulteriori controlli più approfonditi. Queste strutture, se non dovessero produrre la documentazione necessaria e non provvederanno a sanare tutte le irregolarità rilevate dal personale dell'Annona entro un determinato periodo, saranno soggette a provvedimento di sospensione dell’attività. Una situazione paradossale che comporterebbe seri problemi a circa 140 anziani che attualmente risultano “alloggiati” in queste strutture.

Attualmente sotto la lente d’ingrandimento della polizia specialistica ci sono 32 case di riposo e 12 alloggi per anziani. Le verifiche iniziarono il 4 aprile scorso, in pieno periodo Covid, quando, nella casa di riposo San Martino, situata nell’omonimo viale, morì un'anziana. La struttura, a seguito di accertamenti, risultò non iscritta negli elenchi comunali. Una rapida ricerca sulle autorizzazioni amministrative, aveva dato modo ai dirigenti dell’Asp di risalire a una determina dirigenziale del 14 febbraio 2014 con la quale si disponeva l’inibizione dell’attività socio assistenziale della casa di riposo e la cancellazione dall’albo. In quel provvedimento c’erano altre strutture non iscritte nell’elenco trasmesso dal Comune all’Asp. Da lì l’avvio di un'inchiesta abbastanza complessa che venne portata avanti anche per le altre residenze.

Un lavoro delicato anche per via delle misure anticovid che hanno in un certo senso limitato le verifiche alla sola parte amministrativa. Sono stati ritenuti poco opportuni, infatti, i sopralluoghi degli agenti nei singoli pensionati per evitare rischi alla salute propria e degli ospiti. Si è lavorato, e lo si sta ancora facendo, su due tipologie di alloggi, le case di accoglienza e quelle di riposo, queste ultime peraltro in possesso di requisiti più stringenti, quasi simili alle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali). Oggigiorno la Segnalazione Certificato di Inizio Attività, la cosiddetta Scia, che una volta veniva rilasciata dalla Questura, viene valutata dal Dipartimento comunale servizi alla persona, a cui una legge regionale del 2002 ha dato la competenza amministrativa in materia. Sarà questo dipartimento adesso a procedere alle verifiche richieste che, in caso di mancata sanatoria, porteranno alla sospensione dell’attività.

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