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Messina, mancano all’appello due terzi delle aule in città e provincia

Sono 316 le aule che sono necessarie negli istituti comprensivi della provincia di Messina e molte di queste non potranno essere pronte lunedì prossimo. E forse nemmeno il 24 settembre. I dati sono quelli forniti dall'assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e fanno riferimento ad un report di venerdì scorso. È quindi probabile che qualche numero debba essere limato, ma il grosso dei problemi resta sul tavolo, da Capo d'Orlando a Giardini, passando per Messina.

Secondo la tabella che viene aggiornata in base alle indicazioni che arrivano dall'ufficio scolastico regionale, 85 di queste aule sono state individuate e disponibili; 30 sono quelle che hanno bisogno di lavori extra che però saranno completati entro lunedì. Poi iniziano i casi più preoccupanti: per 88 aule gli spazi sono stati trovati ma risultano in corso interlocuzioni con gli enti locali per il fitto o il comodato d'uso. In 57 aule, sempre esterne, invece, non sono stati ancora programmati i lavori e non si prevede, quindi, la possibilità di usufruirne il 14 settembre. Infine per 67 aule non sono state ancora trovate soluzioni.

In termini concreti, due terzi delle aule che servirebbero, in base ai dati dell'assessorato regionale e dell'ufficio scolastico regionale aggiornati allo scorso week end, non sarebbero pronte entro il 14 settembre, quando cioè in Sicilia la scuola dovrebbe riprendere. Ecco perché tanti sono i comprensivi che hanno deciso di far scivolare al 24 settembre la prima campanella, approfittando dell’“opzione referendum”. Più tempo, per avere più speranze di risolvere i problemi di aule.

In provincia i casi più spinosi, dicono dall'assessorato regionale, sono quelli della D’Alcontres di Barcellona (5 aule da recuperare), Giardini (6 aule), Novara di Sicilia (8), all'IC Terme Vigliatore (19 aule) e Villafranca (3). In città i casi sono quelli emersi in queste settimane. Qualche numero coincide con le ultime necessità, qualcuno è più datato.

Alla Enzo Drago, per esempio, non si sono problemi per la primaria e l'infanzia perché gli spazi sono stati recuperati all'interno del plesso, con lavori di piccola edilizia e un po’ di spirito di adattamento. Qualche classe, da via Catania, sarà trasferita alla Principe di Piemonte, in via Napoli. Ma il vero nodo sono le scuole medie. Su 17 classi solo 3 o 4 possono accogliere tutti gli studenti previsti. Il resto va suddiviso in altri locali. È in corso, da parte del Comune, una interlocuzione per recuperarne 11 all'istituto Collereale. «Ma c'è l'incognita della scala d'emergenza – dice la preside Giusy Scolaro –, il collaudo a quanto pare non ci sarebbe e questo è un limite all'immediato utilizzo. Oggi ho quindi 80 alunni in esubero. Le alternative? O la didattica mista, presenza e digitale da casa, o dovrò smantellare tutti i laboratori o estrema ipotesi, i turni pomeridiani».

Alla Manzoni Dina e Clarenza, (1.300 alunni), la caccia alle aule è andata a buon fine. Sei sono state trovate all'istituto Antoniano e altre due al San Clemente. «In più abbiamo recuperato altri spazi– dice la preside Cettina Quattrocchi– alla scuola Pirandello che è stata oggetto di lavori in questi giorni». Stamattina, in quinta commissione consiliare (presidente Piero La Tona) è previsto un confronto con l'assessore Salvatore Mondello.

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