La suggestione del Ponte sullo Stretto irrompe ciclicamente. E il periodo migliore per quelle che a molti sembrano più “chiacchiere da bar” coincide con gli appuntamenti elettorali. Così, nell’estate contrassegnata dal Covid, fino al referendum e alle consultazioni del 20 e 21 settembre sentiremo ancora parlare di collegamento stabile tra le sponde, tunnel sotterraneo, pista ciclabile e altro. Salvo poi riportare nel dimenticatoio un’opera sempre più controversa. Le discussioni sull’infrastruttura, tra le altre cose, hanno fatto balzare sulla sedia i contrari al mega-progetto, pronti a fare le barricate. L’appuntamento è il 26 settembre, alle 17, a piazza Unione Europea. «Chiamiamo a raccolta il popolo “No Ponte”, un popolo che ha riempito per dieci anni le strade di Messina e Villa San Giovanni. È il momento di tornare in piazza e imporre una politica delle infrastrutture che metta al centro l’interesse dei territori e dei suoi abitanti», si legge in una nota diffusa ieri. E ancora: «A metà ottobre il Governo dovrà presentare il “Recovery Plan”. Facciamo in modo che vengano utilizzati per opere utili ai territori e alle popolazioni. Nei mesi scorsi i nostri territori sono stati colpiti da frane e allagamenti, a dimostrazione dello stato di abbandono in cui versano. Eppure, nonostante le tante tragedie che avrebbero dovuto metterci in allarme, ulteriori cementificazioni e la mancata manutenzione delle città hanno aggravato il rilevante processo di dissesto esistente. Le bonifiche promesse, inoltre, non sono mai partite». Intanto, a Reggio Calabria, al Nuovo Museo del Bergamotto e Borgo Santa Trada al Pilone, si tiene una due giorni di confronti sul Ponte sullo Stretto, su iniziativa della senatrice di Italia Viva nonché vicepresidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni Silvia Vono. L’obiettivo è condividere proposte concrete con il mondo imprenditoriale, accademico e le associazioni professionali e ordinistiche da presentare proprio al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti «in vista del giusto utilizzo anche delle risorse del Recovery Fund». Un tema, quello del Ponte, su cui il centrosinistra continua a non manifestare unità di vedute. Tant’è che ieri il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano ha sottolineato che «il compito di tutti noi sia di concentrarci sulle opere realizzabili nell’immediato, subito cantierabili perché devono avere immediati effetti nello sviluppo economico e sociale, nel rilancio dell’economia e del lavoro». Di parere opposto, il centrodestra, che ritiene l’opera l’unica grande opportunità di sviluppo della Sicilia e della Calabria.