Omicidio del padre a Spadafora, Gabriele al gip: "Senso di liberazione non di rimorso, lo rifarei"
Gabriele Mollica, il ventenne che sabato scorso ha ucciso con 23 o 24 coltellate il padre 59enne Pierluigi nella villa di famiglia a Spadafora, dovrebbe andare in carcere. Ma prima è necessaria una relazione medica sulle sue condizioni psichiatriche, che sarà effettuata dall’ospedale Papardo di Messina, dove il ragazzo è attualmente ricoverato per le ferite che si è autoinferto durante la brutale aggressione omicida al genitore. È questa la decisione del gip Monica Marino - riporta la Gazzetta del Sud in edicola -, che ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri. Allo stato però - ha scritto il giudice - non si può considerare la sussistenza di una infermità mentale che escluda o diminuisca la capacità di intendere e volere, e parla di una «grave disturbazione personologica» manifestata durante l’interrogatorio di garanzia. Sono agghiaccianti le parole del gip: «Innanzi a questo gip il Mollica ha confermato quanto detto al pm, ribadendo di sentirsi sollevato e di provare in particolare più un senso di liberazione che rimorso e che se tornasse indietro non potrebbe fare cosa diversa»; ed ancora: «... dopo l’ultima discussione avvenuta la sera dell’omicidio non riusciva a dormire, a cagione del suo malessere, per cui si era recato nella stanza in cui suo padre aveva riposto un coltello che lui aveva comprato per tagliare i salumi (e che suo padre aveva nascosto forse perché temeva suoi gesti autolesionistici dato che gli aveva esternato la sua sofferenza) e presa l’arma si era diretto nella stanza dove suo padre dormiva accoltellandolo senza proferire parola». Senza proferire parola.