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Erosione e chiusure da Paradiso fino al Pilone: il tesoro blu di Messina è in pericolo

È la municipalità più bagnata dal mare, quella con più riviera, quella che più teme per la sua costa. La sesta circoscrizione di Messina è un trionfo di blu dalle mille contraddizioni: la riserva naturale orientata di Capo Peloro e gli scarichi fognari di Ganzirri, l'incrocio tra i due mari e l'accesso all'arenile negato dalla “Risacca” all'ex “Calasole”. Nel mezzo la minaccia dell'erosione costiera che promette una nuova Galati soprattutto nei villaggi di Faro e Acqualadroni, puntellando qua e là le altre splendide zone rivierasche delle due coste, ionica e tirrenica.

Il “viaggio” lato Ionio parte da Paradiso e arriva fino al Pilone, chilometri di spiaggia che negli ultimi dieci anni sono stati protagonisti di una vera e propria rivoluzione, con la nascita di decine di stabilimenti balneari che d'estate, ormai, accolgono una miriade di bagnanti. E proprio i gestori dei lidi hanno più volte lanciato quell'allarme che fa eco anche tra i consiglieri della municipalità: il mare sta erodendo la costa. Sono molti i titolari di concessione che segnalano che, soltanto nell'ultimo anno, diversi metri di arenile sono stati letteralmente inghiottiti dalle sciroccate.

E se le strutture sono delle isole felici per quanto riguarda la sicurezza degli accessi al mare, spesso non può dirsi la stessa cosa della spiaggia libera: accedervi non è sempre facile e talvolta è necessario farsi strada su piccoli dirupi o scale a dir poco improvvisate. Di buono c'è che, tutto sommato, proprio per l'alta percentuale di strutture balneari che hanno l'obbligo di mantenere pulita anche la spiaggia libera adiacente all'area in concessione, e al netto dell'inciviltà di qualche messinese, il tratto di costa che va da Paradiso a Faro non può dirsi sudicio, anche perché di recente sono state installate anche delle mini isole ecologiche per la differenziata da Messina Servizi.

Arrivando a Punta Faro, però, quello che è l'allarme lanciato dai gestori dei lidi della costa ionica diventa emergenza concreta con l'erosione costiera che ha ormai danneggiato diverse zone, soprattutto da via Palazzo a via Senatore Arena, strade in cui la furia del mare d'inverno arriva a lambire le abitazioni. Almeno due metri di spiaggia sono scomparsi subito dopo la piazzetta dell'Angelo in via Torre. Qui sono altre due le problematiche che sfigurano il meraviglioso borgo marinaro di Torre Faro: il poco decoro e la carenza di pulizia, dovuti anche all'assenza di cestini getta carte (ne sono stati installati 5 per tutto il villaggio durante l'amministrazione Accorinti, ma oggi ne rimangono soltanto tre) e la presenza di vecchie barche, talvolta anche abbandonate (circa una settimana fa il Comune ne ha, però, fatte rimuovere diverse nella zona di via Palazzo).

L'area del Pilone, nelle intenzioni dell'attuale amministrazione, aspira a diventare “bandiera blu” ed anche per questo sono state installate docce pubbliche e due passerelle per disabili: la strada verso il riconoscimento della Foundation for Environmental Education è ancora lunga ed è stata certamente “rallentata” dall'emergenza Covid-19. Superando Torre Faro e il Pilone, la decennale vergogna degli accessi al mare negati dalla Risacca all'ex Calasole, sono il problema irrisolto delle varie amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi anni: 4 ingressi all'arenile inagibili o lasciati al degrado che di fatto impediscono di fruire di una delle spiagge più belle di tutta la costa messinese.

Poi si arriva a Mortelle dove, al netto degli stabilimenti balneari presenti, lasciano a desiderare le condizioni della spiaggia pubblica, spesso invasa da carcasse di plastica e rifiuti. Andando oltre ci sono Casabianca, Acqualadroni, San Saba, Rodia, Marmora, Tarantonio, Ortoliuzzo e Ponte Gallo: anche qui la principale minaccia è l'erosione costiera che tra l'altro rischia seriamente di scoprire un nervo, quello delle fognature, realizzate quando la battigia misurava svariate decine di metri e che oggi vengono spesso danneggiate dall'incedere del mare.

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