L'utilizzo di prestanome per aggirare norme e restrizioni. È uno degli stratagemmi classici, quando il confine tra criminalità e imprenditoria è così sottile da risultare pressoché inesistente. Stratagemma non nuovo nemmeno per Antonino Bonaffini, detto “Ninetta”, uno dei tre soggetti arrestati ieri mattina dai carabinieri del Comando provinciale di Messina, che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia della Procura peloritana. A far rumore, però, è che i militari dell'Arma hanno dovuto bussare alla porta anche di un loro collega per notificargli l'ordinanza e metterlo agli arresti. Oltre a “Ninetta” e a Filippo Bonaffini, infatti, il provvedimento ha raggiunto Salvatore Bonovolontà, maresciallo dei carabinieri in servizio nella sezione di Polizia Giudiziaria della stessa Procura. L'articolo completo nell'edizione odierna di Messina della Gazzetta del Sud.