Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

“Vara immota manet”, a Messina l'esposizione straordinaria nell'anno senza processione

Oltre 5 secoli di storia documentano la straordinaria fede e devozione che i messinesi nutrono nei confronti di Maria Assunta. Quest'anno, nell'impossibilità, per l'emergenza Covid, di vedere sfilare per le vie della città il carro trionfale dell'Assunta, il Comitato Vara, grazie alla collaborazione di istituzioni, collezionisti e artisti, ha organizzato un'esposizione straordinaria sull'agosto messinese, per tenere viva l'attenzione nei confronti della più antica e partecipata manifestazione popolare. Un amore profondo per la città e per le sue tradizioni che emerge attraverso l'esposizione, piccola ma di grande pregio, inaugurata lunedì e allestita nella chiesa dei Catalani, messa a disposizione dal rettore, mons. Giuseppe La Speme, e dall'Arciconfraternita dei Catalani. A fornire supporto scientifico l'associazione “Amici del Museo”, con il patrocinio dell'Ufficio diocesano della Pastorale del turismo, tempo libero e sport e del Centro interconfraternale diocesano.

Il prezioso allestimento, dal titolo “Vara immota manet”, è stato realizzato senza onere alcuno per il Comune e l'Arcidiocesi ed è stato inaugurato lunedì, proprio nel quinto anniversario dell'apertura al pubblico della mostra permanente “Vara e Giganti” di palazzo Zanca. Per la prima volta sono stati messi insieme importanti manufatti: il più antico è il celebre modellino della Vara di proprietà dell'ingegnere Nino Quartarone, realizzato nel 1756 da Paolo Cara con meccanismi interni ancora funzionanti e che servì nel 1926 per la ricostruzione della “machina festiva” dopo il terremoto del 1908. Non mancano due tele di Michele Panebianco, grande pittore messinese dell'Ottocento: la Vara di proprietà di Anthony Greco e Nicola “u nanu”, precursore del giornalismo messinese, facente parte della collezione Riccobono. Presente anche il modellino dei giganti Mata e Grifone, realizzato in terracotta dipinta, concesso da Sergio Todesco. In mostra i modellini tridimensionali della Vara con alla base i simboli della città, realizzati dalla ditta Famà e un costume da tamburino del Senato messinese con annesso tamburello originale che un tempo apriva la processione della Vara, fornito dal Museo dei Peloritani di cui è curatore scientifico Mario Sarica.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

Caricamento commenti

Commenta la notizia