È la fase del massimo sforzo sul campo per tutti gli uomini impegnati, ormai da nove giorni, nelle ricerche del piccolo Gioele. Dopo il ritrovamento di sabato pomeriggio del cadavere della mamma Viviana Parisi, in un fondo di contrada Sorba, nelle campagne di Caronia, a un chilometro e mezzo dal luogo in cui aveva abbandonato la sua auto incidentata sulla A20 Messina-Palermo, il dispositivo di ricerca coordinato dalla prefettura di Messina sta continuando incessantemente a scandagliare palmo a palmo le zone impervie della fascia occidentale del territorio nebroideo, perlustrando anche altri luoghi, ad esempio (come avevamo riferito ieri) le aree limitrofe al casello autostradale di Sant’Agata Militello, che in qualche modo possano essere collegati al transito lunedì mattina di Viviana e Gioele. Alle ricerche condotte dal vigili del fuoco - riporta sta la Gazzetta del Sud in edicola -, coordinate da esperti in topografia applicata al soccorso, stanno dunque partecipando squadre a terra formate da unità speleo alpino fluviale e cinofili, con il supporto dei droni del nucleo Sistemi aeromobili pilotaggio remoto. La Protezione civile ha messo in campo oltre trenta persone tra volontari e funzionari, con dieci cani da ricerca e sistemi informatici. Ieri sui luoghi anche una speciale unità cinofila della Polizia, con il cane “Draco”, specializzato nella ricerca di tracce ematiche e biologiche, introdotto nella zona delle ricerche alla sola presenza del conduttore e senza altre presenze umane, per ridurre al minimo le eventualità di disturbo. La vicenda che ruota attorno alla morte di Viviana Parisi ed alla scomparsa del figlioletto di appena 4 anni è ancora avvolta nel mistero più fitto. Un contributo determinante nella ricostruzione dei fatti è atteso quindi dal responso dell’autopsia e degli altri accertamenti medico legali cui verrà sottoposta oggi la salma della 43enne dj, presso la sala mortuaria del Papardo di Messina.