Molti alberghi a Taormina non “giravano” al Comune la tassa di soggiorno richiesta ai clienti. E la guardia di finanza di Messina dopo una serie di accertamenti ha sequestrato stamattina circa mezzo milione di euro ai responsabili di ben diciassette strutture taorminesi. I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo deciso dal gip su richiesta della Procura di Messina. Le indagini hanno consentito di accertare che in molti importanti hotel ci si “appropriava” delle somme ricevute dai propri clienti, omettendo di versarle nelle casse comunali. Lo spunto dell’inchiesta, denominata “Tourist tax”, è nato dall’analisi di dati ed elementi acquisiti dalle fiamme gialle di Taormina nell’ambito di un censimento delle strutture ricettive nel comprensorio di Taormina, Giardini Naxos e Letojanni. Dalle indagini è emerso che gli albergatori, i quali risultano ora indagati per peculato come incaricati di pubblico servizio, non hanno ottemperato alla delibera del consiglio comunale del 6 novembre 2012, che aveva approvato il Regolamento dell’imposta di soggiorno nelle strutture alberghiere. E avevano anche ricevuto dal Comune le diffide di pagamento, alle quali non avevano nemmeno risposto. Il “sistema” ha consentito ai titolari delle strutture alberghiere di “incassare” complessivamente, tra il 2013 e il 2018, ben 468mila euro.