Distanziamento, mascherine, rispetto delle regole di comportamento. Pura utopia. Sulla spiaggia di Santa Teresa è un'estate da liberi tutti e il virus sembra essere solo un lontano ricordo. In tanti, soprattutto i vacanzieri mordi e fuggi della domenica, hanno deciso di dimenticare il Covid-19 e sull'arenile ci si stringe, si balla e si gioca, si corre, si mangia, si beve e si pernotta pure. Nonostante il Comune abbia affisso in corrispondenza di tutti i varchi di accesso alla spiaggia le norme da seguire, a rispettarle sono davvero in pochi, complice anche la totale assenza di controlli. Il sindaco Danilo Lo Giudice aveva già preannunciato all'inizio dell'estate che tenere sotto osservazione i 40 ingressi all'arenile libero sarebbe stato impossibile, perché in fondo se è difficile governare i flussi, figurarsi i comportamenti, ma non far percepire nemmeno la minima presenza delle autorità fa sì che i bagnanti si sentano liberi di vivere la giornata al mare come se il virus non esistesse.
Né durante la settimana, tantomeno la domenica, ci sono agenti della polizia municipale che controllano la spiaggia e gli accessi del lungomare e l'amministrazione comunale non ha previsto alcun piano di potenziamento dell'organico, magari facendo ricorso all'assunzione di altri vigili per i mesi estivi come avviene in altri comuni, oppure siglando convenzioni con associazioni di volontariato per garantire la presenza di personale quantomeno negli accessi principali. E quest'anno, a differenza del 2019, non vi è traccia la domenica sul lungomare neanche dei soci dell'Associazione nazionale carabinieri, che si occupavano di sorvegliare l'arenile soprattutto per prevenire gli attendamenti. Le tende di quanti amano pernottare sotto le stesse spuntano puntualmente il sabato sera e rimangono fino alla domenica mattina, nonostante il divieto puntualmente ignorato anche grazie all'assenza di attività di prevenzione e repressione. Così come non viene rispettato il divieto di stazionare sulla battigia e di praticare attività ludico-sportive di gruppo, visto che non mancano i campetti di beach volley sparsi sui 4 km di spiaggia. Le misure minime di sicurezza, dunque, quasi mai vengono rispettate e si dimentica quindi che gli assembramenti in vacanza rischiano di diventare il gigantesco incubatore del più che probabile Covid-19 d'autunno.
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