Assoluzione per Elio Sauta, rappresentante legale dell’ente di formazione Aram, coinvolto nell’operazione “Corsi d’oro”, che era accusato di evasione fiscale. Al centro del processo una vicenda emersa nel corso di alcuni accertamenti. L’accusa contestava a Sauta, quale rappresentante legale nel 2011 dell’Aram, che per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, non avrebbe presentato la dichiarazione periodica dei redditi per il 2011. In particolare doveva rispondere di un’evasione d’imposta di 653.786,38 euro. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna ad un anno e sei mesi. Il giudice monocratico Adriana Sciglio lo ha invece assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. L’avvocato Salvatore Papa, difensore di Sauta, nel corso del processo ha dimostrato che non c’era alcuna evasione fiscale in quanto tutti i corsi professionali finanziati dalla regione erano regolarmente comunicati all’Ispettorato del Lavoro come previsto per legge anche ai fini della rendicontazione finale e del dovuto pagamento. La difesa ha inoltre sostenuto che tutte le spese e gli stipendi erano tracciabili, quindi nulla era stato occultato e che l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate è stato solo induttivo prendendo a parametro l'entità del valore del corso e non verificando costi e stipendi, documentati e depositati per come disciplina le legge inserendoli nel modello Eas. L’avvocato Papa ha inoltre ricordato che la documentazione relativa all'anno di riferimento era stata sequestrata nell'ambito del processo Corsi D'oro e non era stata visionata e ricercata dagli accertatori “che si erano limitati a valutare una nota di specifica dei corsi redatta dalla Guardia di Finanza”.