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Messina, intestazioni fittizie di beni e spaccio: sequestrata una sala scommesse

La polizia di Messina ha eseguito due misure cautelari nei confronti di due soggetti, Paolo Gatto e Giuseppe Cutè, con l'accusa di intestazione fittizia di beni e spaccio di stupefacenti. Parallelamente, gli agenti hanno proceduto anche al sequestro di una sala scommesse nella zona sud della città.

Le indagini hanno preso il via dalle recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. "Scandagliando le dichiarazioni del collaboratore, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Messina hanno focalizzato l’attenzione su svariati soggetti, tra i quali gli odierni indagati: Paolo Gatto cl. ‘97, figlio del più noto Giuseppe Gatto inteso “Puccio” e che è oggi detenuto in regime carcerario di art. 41 bis O.P.; Giuseppe Cutè, inteso “Cinzino”, cl. ’80, cugino del Paolo Gatto e figlio del defunto Domenico Cutè, inteso “U Sauru”, ucciso in data 25.01.2000 a seguito di agguato in questo centro.

Di recente, Cutè e Gatto sono stati condannati in primo grado – a seguito di giudizio abbreviato – a pesantissime pene per il tentato omicidio in pregiudizio di Franco Cuscinà, avvenuto in questo centro nell’agosto del 2018. "Lo stesso Cutè è stato, inoltre, colpito da ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata 'Predominio', condotta nel dicembre del 2019 dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia messinese, poiché ritenuto responsabile di illeciti in materia di stupefacenti. Come si rammenterà, l’azione investigativa appena menzionata – come altre e precedenti indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina, tra cui quella denominata 'Totem' – aveva fatto emergere, in modo prepotente, l’interesse delle consorterie mafiose operanti in città per il remunerativo settore della gestione delle sale slot e delle sale scommess"e.

Sono state accertate attività di spaccio da parte di Paolo Gatto. Cutè, invece, nel corso delle indagini si è reso “protagonista” di una fittizia intestazione ad un giovane parente, insospettabile perché incensurato, di una sala giochi sita nella zona sud della città, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione, così integrando la fattispecie di cui all’art. 512 bis c.p.

La Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto due misure cautelari nei confronti del Gatto e del Cutè ai quali il relativo provvedimento è stato notificato in carcere poiché detenuti per altre cause. Oltre agli arresti domiciliari per Cutè e l’obbligo di presentazione alla p.g. per Gatto, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di una ditta individuale formalmente intestata ad un congiunto del Cutè ma, di fatto, riconducibile a quest’ultimo per la gestione di una sala scommesse.

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