Nuove pesanti condanne per una tranche dell’inchiesta sul “sistema Siracusa”, l’inchiesta che in Sicilia s’intreccia con quella delle nomine al Csm e sul caso Palamara. In questo caso si tratta del troncone che vede come principale indagato l’imprenditore Ezio Bigotti, l’ex manager piemontese del gruppo Sti coinvolto anche nella vicenda romana degli appalti Consip.
È l’ultimo dei tronconi della maxi inchiesta che ormai da anni la Procura di Messina e la Guardia di Finanza hanno gestito sul “sistema Siracusa”. Erano coinvolti inizialmente anche il tecnico petrolifero Massimo Gaboardi, e c’era anche il consulente e commercialista siracusano Vincenzo Ripoli, che doveva rispondere di corruzione in atti giudiziari.
Bigotti, in concorso con l’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo - anche lui imputato in questo troncone -, gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore e il consulente Francesco Perricone, era accusato di concorso in corruzione in atti giudiziari. Erano poi rimasti coinvolti anche Cesare Pisello e i commercialisti Mauro Calafiore, Vincenzo Ripoli e Francesco Perricone.
Cinque le condanne decise dalla prima sezione penale del tribunale di Messina: per Bigotti 7 anni e 6 mesi, per Ripoli 6 anni e 9 mesi, per Perricone 6 anni, per Pisello 4 anni, per Calafiore 2 anni.
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