Domani inizieranno a Messina gli esami dei carabinieri del Ris sui reperti prelevati al porto di Augusta sullo scafo dalla petroliera Vulcanello, l’imbarcazione che nella notte tra il 12 e il 13 maggio si trovava sulla stessa rotta del peschereccio di Terrasini affondato al largo di San Vito Lo Capo, nel Trapanese, con l’intero equipaggio composto da Vito, Matteo e Giuseppe Lo Iacono. Agli esami parteciperanno anche l’avvocato nominato dalla famiglia dei marinai, Aldo Ruffino, e un consulente di parte. Oggi, per le cattive condizioni del mare, non è stato possibile eseguire l’ispezione nel peschereccio che è stato trovato a circa 1400 metri di profondità con il robottino in dotazione al cacciamine della nave Numana della Marina Militare. I corpi di due marinai sono stati ritrovati, «riteniamo che i resti recuperati sabato scorso nel mare di Gioia Tauro non siano di Vito Lo Iacono - dice l’avvocato Ruffino - Si tratterebbe del corpo di un giovane che aveva le mani legate ed è probabile che sia il cadavere di uno scomparso per lupara bianca in Calabria».