Mano pesante dell'accusa nell'ambito del processo scaturito dall'operazione “Polena”. Venerdì scorso, la tappa della requisitoria, al termine della quale la Direzione distrettuale antimafia, rappresentata dal sostituto procuratore Maria Pellegrino, ha sollecitato ben 18 anni più altri 20 di reclusione per Raimondo Messina, attualmente recluso in regime di 41 bis, considerato il reggente del clan di Santa Lucia sopra Contesse, ruolo che avrebbe svolto anche dietro le sbarre. Stando a quanto emerso dalle indagini effettuate dai carabinieri, gli vengono contestati, tra le altre cose, un tentato omicidio, episodi estorsivi e di intestazione fittizia di beni.
Le altre richieste di pena, riferite agli imputati che come Messina hanno scelto di percorrere la strada del rito ordinario, vanno dai 2 anni per Angelo Bonasera ai 4 per Concetta Terranova, passando per i 3 invocati per Antonio Billè. Tranne Bonasera, difeso dall'avvocato Antonello Scordo, tutti gli altri alla sbarra sono assistiti dal collega Salvatore Silvestro. Al termine del lungo intervento di quest'ultimo, durato circa cinque ore, il procedimento è stato aggiornato al 22 giugno prossimo. Sarà quello il giorno in cui la Prima sezione penale, presieduta dal giudice Letteria Silipigni, si ritirerà in camera di consiglio e poi emetterà la sentenza.
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