Un arresto, due morti nel silenzio, centinaia di articoli di giornale. C'è voluto tutto questo per arrivare a oggi, al giorno fatidico, quello in cui iniziano le procedure di sgombero di tutti i locali occupati all'interno della Real Cittadella di Messina, insieme con i lavori di scerbatura, la chiusura dei varchi di accesso e finalmente l'avvio dell'iter per la riqualificazione della fortezza secentesca. Nel pieno ancora dell'emergenza da coronavirus, le forze dell'ordine portano alla luce una di quelle sordide storie di violenza che prosperano nei contesti di degrado urbano più squallidi. Eppure, qui siamo nel cuore della Falce, in uno dei luoghi più belli del mondo, all'interno di uno dei monumenti tra i più importanti del Mediterraneo. Sì, proprio qui, il tunisino Ben Amir Anis viene arrestato per tentato omicidio, sequestro di persona, violenza sessuale, riduzione in schiavitù e lesioni personali ai danni di un connazionale e di una coppia senza fissa dimora. Gli agenti lo hanno trovato il 12 maggio, dopo dieci giorni di ricerca, all'interno di una delle “grotte”, che in realtà sono gli spazi interni della fortezza secentesca. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Messina