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Messina, a 12 anni ubriaca in ospedale: il grido d’allarme dei commercianti

"Pugno duro nei confronti di quelle attività che hanno venduto alcol ai minori": è la presa di posizione di Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato di Messina in merito al grave episodio accaduto ieri sera nei luoghi della movida del Centro storico dove una ragazza di 12 anni è stata trasportata in ospedale in evidente stato di alterazione, dopo aver bevuto due birre e un cocktail alcolico.

L’episodio che ieri sera ha coinvolto, al centro di Messina, una minore a causa dell’assunzione di bevande alcoliche- scrivono le tre sigle- che da notizie di stampa risultano essere state acquistate dal minore stesso presso esercenti della città, non può che essere stigmatizzato dalle associazioni che da anni conducono battaglie per il rispetto delle regole”, dicono le associazioni di categoria dei commercianti.

“La protezione dei minori, non solo è una responsabilità delle famiglie- proseguono- ma collettiva e coinvolge anche gli esercenti. Pertanto chiediamo alle Istituzioni preposte, ancora una volta, di usare il ‘pugno duro’ nei confronti di quelle attività che hanno venduto alcol a minori, qualora ne venissero accertate le responsabilità. Se così fosse sarà irrimediabilmente compromesso anche il rapporto fiduciario alla base della nostra rappresentanza nei loro confronti”.

“Negli anni sono stati assunti impegni da parte delle nostre Associazioni nei confronti dell’Amministrazione Comunale e della comunità cittadina tutta, relativamente alle misure a contrasto della degenerazione della movida. Soltanto il mantenimento di questi impegni, a garanzia della collettività- sottolineano- consentirà agli esercenti di poter continuare a svolgere la propria attività con serenità”.

Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato chiedono inoltre che tutte le componenti sociali ed istituzionali della città diano vita ad una seria riflessione sulle dinamiche che ogni sera ed ogni notte vedono protagonisti minori, anche dei 14 anni, senza la presenza di adulti che ne abbiano la potestà o la vigilanza affidata dalle famiglie.

“Lo stesso pugno duro, auspicato per gli esercenti- concludono- va esercitato anche nei confronti di chi, ha permesso, in violazione dei propri obblighi genitoriali o tutelari, ad un minore di 14 anni di mettere a rischio la propria vita, ubriacandosi al punto di dover essere soccorso mentre giaceva, nella tarda serata di ieri, su un’aiuola di una pubblica via al centro della nostra città”.

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