Forse emergono alcune “anomalie”. Ma non ci sono profili di rilevanza penale. Ed è per questo motivo che la Procura di Messina nell'indagine sul depistaggio Borsellino legato alla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino, ha chiesto al gip l'archiviazione del procedimento aperto nel 2019 sui due magistrati indagati in merito alle dichiarazioni rese da lui stesso nel processo Borsellino quater.
Si tratta dei magistrati Carmelo Petralia, attualmente procuratore aggiunto a Catania, e Annamaria Palma, in carica a Palermo come avvocato generale. Entrambi ex pm in servizio nel pool che indagò sulla strage di via D’Amelio. Il reato ipotizzato è quello di concorso in calunnia, aggravato dall’avere favorito cosa nostra.
La richiesta di archiviazione, arriva dopo mesi di accertamenti piuttosto complessi da parte del pool di magistrati di Messina coordinato dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Vito Di Giorgio, che ha indagato sul depistaggio dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. Lo step principale dell'inchiesta di Messina è legato alla trascrizione di alcune intercettazioni, che risalgono al periodo in cui Scarantino era sotto protezione, che erano state registrate su una serie di bobine mai analizzate. La Procura di Messina le aveva acquisite agli atti dell’inchiesta e inviate al Racis dei carabinieri di Roma.
Dalle intercettazioni sono emerse decine di telefonate tra Scarantino, la moglie e altri familiari e diversi contatti tra il falso pentito e Mario Bo, ex funzionario del pool investigativo che indagava sulle strage di Capaci e via D’Amelio, ora imputato nel processo per il depistaggio.
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