Una difesa convinta dell'operosità del Tribunale di Messina nonostante il blocco delle attività imposto per oltre due mesi dall'emergenza Coronavirus. Il presidente facente funzioni Giuseppe Minutoli ha voluto rispondere alle contestazioni di Domenico Santoro, presidente dell'Ordine degli Avvocati Messina, che negli scorsi giorni aveva puntato il dito contro i tempi "dilatati" della giustizia messinese in occasione di una diretta Facebook coordinata dal giornalista Salvatore De Maria sulla pagina della Gazzetta del Sud.
"Com'è noto, a causa dell'emergenza pandemica, il legislatore, con l'art. 83, CO. i, decreto legge n. 18/2020, ha imposto a livello nazionale nella c.d. Fase i il rinvio d'ufficio di tutte le udienze dei procedimenti civili e penali pendenti dal 9 marzo all'i i maggio 2020, con le sole limitate eccezioni previste dal successivo comma 3, prevedendo per il medesimo periodo la sospensione del decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto processuale, compresi i depositi delle sentenze. Il Ministero della Giustizia, a sua volta, ha disposto, a tutela della salute del personale, il c.d. smart working, con presenze contingentate dei cancellieri e conseguente inevitabile ridotta funzionalità delle attività di cancelleria".
"Nonostante ciò, il Tribunale di Messina, pur essendo stato costretto a rinviare gran parte dei giudizi civili e penali a date imposte dal rilevantissimo ordinario carico dei ruoli, ha comunque continuato a lavorare nei limiti imposti dalla legge, ma cercando anche di ampliare, ove possibile, la casistica dei procedimenti da trattare perché urgenti - dichiara Minutoli - A titolo meramente esemplificativo, vale evidenziare che tra il 9 marzo e l'i 1 maggio 2020: a) state tenute in forma tradizionale tutte le udienze presidenziali per separazione e divorzi, essendo state definite n. 51 separazioni consensuali ed emesse n. 13 ordinanze presidenziali nonché definiti numerose conciliazioni; b) sono state celebrate, prevalentemente con la modalità della c.d. trattazione scritta (senza la presenza delle parti) le udienze civili e di esecuzioni per cause ritenute urgenti (es. art. 700 c.p.c. e inibitorie), definendo numerosi giudizi (ad es. n. 27 convalide di sfratto e una trentina di provvedimenti di urgenza); i giudici, ordinari ed onorari, delle esecuzioni hanno esitato n. 96 provvedimenti nelle esecuzioni mobiliari e n. 132 nelle immobiliari; c) sempre nel settore civile, le due sezioni hanno depositato n. 176 sentenze e più di mille altri provvedimenti, d) nel settore lavoro sono state celebrate 62 udienze, trattando n. 228 cause, mentre complessivamente sono stati definiti n. 606 procedimenti (tra cui n. 325 decreti ingiuntivi, n. 48 sentenze, n. 39 ordinanze d'urgenza, n. 4 ordinanze rito Fornero, n. 5 reclami); e) i giudici fallimentari hanno depositato n. 968 provvedimenti e n. 9 sentenze; f) nel settore penale, poi, si sono tenute decine di udienze del Tribunale del riesame e non si è chiaramente fermata l'attività sia del gip (che ha definito n. 439 procedimenti ed emesso 16 sentenze e centinaia di provvedimenti) che del dibattimento per le urgenze e per tutti i procedimenti a carico di detenuti sia in forma tradizionale che in videoconferenza (con deposito di n. 133 sentenze, tra cui quella del maxiprocesso Totem, e numerosi provvedimenti camerali)".
"Nella c.d. Fase 2 (dal 12 maggio 2020) questo Tribunale, previa proficua interlocuzione con il Consiglio dell'Ordine, ha disposto la ripresa delle udienze civili e penali, con la necessaria gradualità imposta non solo dall'esigenza di tutela della salute di chi frequenta il Tribunale (rinviando, ad esempio, i processi con testimoni che non rivestano carattere di urgenza) ma anche dalla protratta scelta ministeriale dello smart working (al di là di ogni valutazione sulla sua efficienza) e dalla prioritaria esigenza di tutelare anche la salute dei cancellieri, spesso costretti a lavorare in promiscuità in spazi ristretti. In tale ottica è stato necessario prevedere ad esempio la possibilità di ridurre sino al 50 % il numero di fascicoli trattati in ciascuna udienza civile, per l'impossibilità delle cancellerie, a ranghi ridotti, di sostenere il maggior carico di lavoro derivante dalla trattazione interamente scritta dei processi. Certamente, nei primi giorni di ripresa si sono verificate alcune criticità, anche per la mai risolta questione della palese inadeguatezza dei locali del Tribunale. Ma deve evidenziarsi che in sole due settimane (dal 12 al 26 maggio 2020) a titolo esemplificativo e non esaustivo: a) la sezione lavoro ha tenuto n. 41 di udienze ed Ni trattando complessivamente ben n. 1191 fascicoli, depositando n. 164 sentenze e decine di altri provvedimenti e definendo n. 300 procedimenti; b) le sezioni civili hanno ripreso le ordinarie udienze, quasi sempre con modalità a trattazione scritta, depositando intanto n. 90 sentenze e n. 134 ordinanze, oltreché centinaia di decreti; c) sono state tenute tutte le ordinarie udienze presidenziali e definite n. 17 separazioni consensuali, emessi n. 29 decreti di omologa, depositate decine di ordinanze presidenziali in separazioni e divorzi; d) i giudici fallimentari hanno emesso n. 385 provvedimenti, celebrando da remoto o a trattazione scritta le udienze previste, mentre i giudici delle esecuzioni hanno depositato n. 76 provvedimenti nel settore mobiliare con 11 udienze e n. 116 provvedimenti in quello immobiliare, con 5 udienze, trattando complessivamente 180 % dei fascicoli previsti. e) nel settore penale l'Ufficio gip ha ripreso integralmente le udienze preliminari, con 17 sentenze emesse e centinaia di altri provvedimenti in tema di indagini o de libertate, mentre i giudici del dibattimento continuano a celebrare le udienze con detenuti o con termini di prescrizione in scadenza, depositando, tra l'altro, n. 106 sentenze e decine di provvedimenti camerali".
"L'attività sopra documentata è stata possibile grazie all'impegno dei magistrati e del personale amministrativo ed al raccordo con il Foro, con il quale sono stati concordati specifici protocolli per le udienze civili e penali, a testimonianza della comune volontà di svolgere tutte quelle attività processuali compatibili con la situazione sanitaria in atto, tutelando al massimo la salute di tutti gli operatori. In conclusione, il Tribunale di Messina, in un difficilissimo contesto nazionale, nonostante il devastante blocco delle attività imposto per ben due mesi, nella consapevolezza delle difficoltà derivanti anche dai rinvii d'ufficio imposti dalla legge (che hanno aggravato oltremodo la già precaria situazione dei ruoli, soprattutto civili) e dalla ricordata carenza di personale, ha cercato di operare nel migliore dei modi e si avvia a consolidare la ripresa delle attività processuali, per il vero mai fermatesi completamente - conclude Minutoli - L'auspicio è che dopo il periodo feriale possano riprendere normalmente le udienze e che finalmente si sblocchi la trentennale questione del secondo Palazzo di Giustizia".
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia