Muore prima dell'alba, alle 5,20 di ieri, dopo una corsa verso due ospedali iniziata pochi istanti dopo la mezzanotte. Anziano di 85 anni di Milazzo, cardiopatico, con una perforazione intestinale, classificato dai soccorritori del 118 come paziente sospettato di infezione covid, viene sballottato durante l'intera nottata da un ospedale all'altro. E alla fine muore in una sala operatoria all'ospedale di Milazzo, prima ancora che gli fosse praticata l'anestesia per essere sottoposto all'intervento chirurgico che - se eseguito in tempo - gli avrebbe potuto salvare la vita. Sono emerse, con le drammatiche peripezie a cui è stato costretto il paziente di 85 anni, Salvatore A. di Milazzo, trasportato erroneamente dapprima al Pronto soccorso di Barcellona dove possono approdare solo i malati affetti da covid, i limiti della sanità pubblica che di fatto ha ridimensionato le strutture ospedaliere per i pazienti “non covid”. A cominciare dalla chiusura della Chirurgia all'ospedale di Barcellona dove nessun paziente “non covid” può essere operato, nonostante vi sia una delle due sale operatorie pronte con un infermiere costantemente di turno, ma inutilizzabili perché non ci sono più i chirurghi e nemmeno servizi medici di pronta disponibilità. Un paziente soccorso dal 118, pur non essendo affetto da virus, e che ha una temperatura più alta del normale rischia di finire in un Pronto soccorso dedicato ai soli malati covid, come quello di Barcellona. Lo sanno bene i familiari del paziente che hanno vissuto il dramma dell'uomo morto. E ciò è una conferma dei timori che gli operatori sanitari del Pronto soccorso di Barcellona hanno sempre espresso nelle ultime settimane. Infatti, con cadenza quasi quotidiana al Pronto soccorso del Covid hospital di Barcellona vengono trasportati pazienti che all'esito dell'esame del tampone risultano negativi. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina