Ci sono tre indagati, come atto dovuto al momento, per la morte sul lavoro a Venetico del povero operaio 62enne Vito Cambria, avvenuta intorno a mezzogiorno di mercoledì, e dai contorni ancora poco chiari. L'uomo, che risiedeva nel centro tirrenico, è stato ritrovato privo di vita nei pressi di un ponteggio in un cantiere di via Nazionale, all'incrocio con la via Scandurra. Intanto per questa mattina il magistrato che sta coordinando le indagini dei carabinieri della stazione di Spadafora, il pm di Messina Marco Accolla, ha fissato nel suo ufficio di Palazzo Piacentini il giorno del conferimento per l'autopsia e gli accertamenti tecnici sulla dinamica dell'incidente. In questa fase il magistrato ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di omicidio colposo i responsabili di due ditte edili, la Elia s.r.l. e la Buttò Costruzioni s.r.l.. Si tratta di Sebastiana Zovic Malikovic e Giuseppe Buttò, rispettivamente amministratore unico e committente dei lavori, e titolare dell'impresa; e poi di Antonino Buttò, amministratore unico e rappresentante della omonima ditta di costruzioni. Gli indagati sono assistiti dall'avvocato Angelo Bonfiglio, mentre i familiari della vittima, la moglie e i due figli, parte offesa nel procedimento, sono rappresentati dall'avvocato Gianluca Currò. Solo dopo il primo step dell'inchiesta, con almeno l'esecuzione dell'autopsia e i primi accertamenti tecnici sulla dinamica, sarà possibile comprendere cosa è realmente accaduto. Per il momento, l'ipotesi più plausibile, è quella di un tragico volo da un'impalcatura forse per un malore, che non ha lasciato scampo al povero Cambria. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina