Era «un’organizzazione criminale dotata di una stabilità coerente». Sono racchiuse in poco più di duecento pagine le motivazioni della sentenza d’appello del settembre 2019, che i giudici hanno depositato per il processo “Corsi d’oro 2”.
Ovvero il sistema “gonfiato” della formazione professionale a Messina e in Sicilia che è stato gestito per anni dalla “galassia politico familiare” dell’ex parlamentare Francantonio Genovese. E le hanno scritte “a quattro mani” il presidente della prima sezione penale Alfredo Sicuro con la collega Maria Teresa Arena.
Oltre duecento pagine in cui i giudici, spiegano i perché delle valutazioni giuridiche, incastrandole in ogni sfaccettatura del procedimento. Che è frutto di una delle più importanti inchieste gestite dalla Procura di Messina negli ultimi anni.
Secondo i giudici d’appello «... ci si trova in presenza, pertanto di un’organizzazione criminale dotata di una stabilità coerente con l’operatività degli enti la cui struttura e le cui modalità operative erano specificamente orientate a una serie indeterminata di truffe in danno della Regione Sicilia, secondo un programma che accomunava tutti i soggetti coinvolti».
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