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Sequestrati e schiavizzati tra botte e stupri, l'incubo di una coppia a Messina: fermato un tunisino

Tentato omicidio, sequestro di persona, violenza sessuale, riduzione in schiavitù e lesioni personali ai danni di un connazionale e di una coppia senza fissa dimora. Sono questi i reati contestati a Ben Amir Anis, 39enne tunisino, senza fissa dimora fermato ieri dagli agenti della questura di Messina dopo una caccia durata diversi giorni.

Tutto ha inizio lo scorso 2 maggio quando i poliziotti erano intervenuti nella zona di San Raineri nella città dello Stretto rispondendo alla chiamata di un tunisino, «aggredito e accoltellato al volto, per futili motivi, da un connazionale che successivamente si dava alla fuga». Servendosi delle indicazioni della vittima, è stato possibile risalire a Anis, che viveva in una sorta di grotta.

Gli agenti non lo hanno trovato lì, e lo hanno cercato fino al 12 maggio scorso, sono venuti a conoscenza del fatto che il tunisino si nascondeva in un’altra grotta della zona di San Raineri. Qui l’uomo aveva sequestrato una coppia di senzatetto, e ne era diventato l’aguzzino, sottoponendola anche a sevizie sessuali.

È qui che gli agenti lo hanno trovato, per fermarlo e trasferirlo in carcere. Gli sono stati trovati addosso anche tre cellulari e un tablet, indizi di prova dei reati. La coppia grazie all’intervento dei servizi sociali comunali è stata trasferita presso una struttura di ospitalità in emergenza.

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